Attualità Italiana

Gli scandali dello Ior: dal riciclaggio alle false donazioni

E' ancora una volta Monsignor Scarano, ex contabile dell'Aspa, ad essere "pizzicato" dalla Guardia di Finanza. Dopo il tentato riciclaggio che l'ha portato all'arresto l'estate scorsa, dovrà rispondere ora di un altro reato collegato a false donazioni.

Altro arresto per l’incorreggibile Monsignor Scarano, ex contabile dell’Aspa (Amministrazione patrimonio della Sede Apostolica), già pizzicato in passato per una sospetta operazione di riciclaggio (circa venti milioni di euro), frutto di un’evasione fiscale di circa 41 milioni che dovevano essere trasferiti dalla Svizzera a un conto Ior.

Questa volta, si tratterebbe di false donazioni provenienti da società offshore transitate sui conti dello Ior. Chiaramente, intestati al nostro Monsignore. La guardia di finanza, ha notificato per il sacerdote, per un altro membro della Curia e per un notaio legato all’operazione, un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Per quest’ultimo, il gip di Salerno ha emesso inoltre il divieto dell’esercizio dell’attività professionale.

L’operazione delle Fiamme Gialle – Le forze dell’ordine hanno dapprima eseguito la perquisizione dell’abitazione di Scarano, poi, è scattato il sequestro delle disponibilità finanziarie e dei conti correnti dello Ior in sede vaticana. Proprio grazie a questa operazione, la Guardia di Finanza avrebbe accertato le false donazioni che, secondo gli investigatori, sarebbero servite a coprire un grosso riciclaggio. Fonti sicure sostengono che il prelato avrebbe contattato una sessantina di persone chiedendo ad ognuno di loro la compilazione di un assegno circolare (le somme si aggirerebbero sui 10.000 euro a persona), per ripianare i debiti di una società immobiliare titolare di alcune abitazioni nel centro storico di Salerno.

Il precedente – Non è la prima volta che il Monsignor Scarano finisce agli arresti ed il precedente è davvero molto recente. Per capire, basti pensare alle dichiarazioni dei giudici del Tribunale del Riesame che lo scorso luglio ha confermato il primo arresto del sacerdote: “Spregiudicatezza unita alla capacità di gestire uomini, istituzioni e cose, asservendoli a finalità illecite”. Insomma, un “consumato delinquente”. Parola dei gip. Scarano è agli arresti ospedalieri dallo scorso ottobre, presso una casa di cura di Salerno, per gravi motivi di salute. Già imputato di corruzione e di calunnia nel processo con rito abbreviato in corso a Roma sulla vicenda del mancato rientro dalla Svizzera in Italia di 20 milioni di euro (esportati illecitamente), dovrà ora rispondere anche di questo reato. Al processo scorso – informa la Stampa – si sono costituiti parti civili anche la presidenza del Consiglio e l’Aisi per il danno all’immagine subito per la presenza dell’ex 007 Giovanni Zito, che avrebbe dovuto pilotare l’aereo privato per riportare in Italia il denaro. Il piano era però fallito, perché il terzo imputato, il broker Giovanni Carenzio, nel momento in cui avrebbe dovuto consegnare il denaro per trasferirlo in Italia non si presentò all’imbarco con la somma. Quel Carenzio che si dice aver avuto rapporti di grande amicizia con Mastella e aver pagato addirittura le spese del matrimonio del figlio. Quel Carenzio che era anche intimo a livello di Tesoreria del Partito dell’Udeur.

Indiscrezioni – Il 3 luglio scorso, Massimiliano Marcianò, 45 anni, imprenditore nel settore degli eventi e amico stretto di Scarano del quale, scrivono i gip “conosce tutti i segreti e i conti”, si siede davanti agli investigatori salernitani e racconta che anche la famiglia Agnelli avrebbe usato il Vaticano per rimpatriare ingenti capitali in Italia. Sarebbe stato proprio Nunzio Scarano, finito in carcere con l’accusa di corruzione, a rivelare questo segreto all’amico Marcianò. Lo stesso Monsignor Scarano, invece, avrebbe rivelato di persona agli inquirenti il presunto aggiotaggio della banca Finnat e i presunti appalti truccati a favore del costruttore Angelo Proietti (l’imprenditore che aveva affittato la casa dove viveva Giulio Tremonti). Per la Finnat, Scarano aveva accusato Nattino (proprietario della banca) di avere effettuato con la complicità dei dirigenti Apsa l’operazione: “Nattino avrà fatto passare il titolo (Finnat, ndr) sul mercato, lo avrà fatto poi riacquistare tramite Apsa”. Per Scarano quelle operazioni sarebbero all’ordine del giorno: “Esistono tanti altri conti cifrati dentro una bella cassaforte con i documenti. Quei documenti dovranno andare nelle mani del Papa”.

È nota, fortunatamente, l’istituzione di una Commissione “di vigilanza” sullo Ior e sui conti del Vaticano, voluta fortemente da Bergoglio. Speriamo dunque che questo sia l’ultimo capitolo di una lunga serie di frodi, venute a galla, oppure no. Ma ci crediamo poco. Purtroppo.



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