Attualità Italiana

Dietrofront del governo: i docenti non dovranno restituire 150 euro

Dietrofront del governo sul rimborso di 150 euro richiesto ai docenti in virtù del blocco retroattivo degli scatti di anzianità, relativo al 2013. La classe docenti rimane tuttavia una delle più bistrattate in Italia e questo va a discapito dei nostri figli

Per fortuna in questa occasione il governo ha pensato di tornare sui propri passi e i docenti non dovranno più restituire 150 euro a partire da gennaio. Forse in Italia non esiste una categoria più “bistrattata” di quella degli insegnanti, la cui funzione invece dovrebbe essere centrale e pienamente tutelata all’interno di una società che voglia guardare con fiducia al proprio futuro.
Non bastavano gli stipendi oggettivamente bassi per un lavoro così difficile, in genere oscillanti tra i 1300 e i 1700 euro, non bastava la guerra del reclutamento tra vecchi abilitati delle SICSI, nuovi abilitati del Tfa ordinario e i recenti provvedimenti relativi ai Pas (che porteranno all’abilitazione una nuova categoria di docenti con almeno 3 anni di insegnamento alle spalle), guerra causata dalla mancanza di una visione e da politiche prive di continuità tra un governo e l’altro. Non bastava il fatto che la gran parte dei docenti vive una condizione di precarietà lavorativa. Non bastava nemmeno la notizia dell’estrazione a sorte per pagare gli stipendi  in una scuola statale a Prato.
Il governo aveva  pensato di chiedere ai docenti una trattenuta di 150 euro a partire da gennaio, in virtù del blocco retroattivo degli scatti di anzianità già percepiti nel 2013. L’iniziativa del ministero dell’Economia ha provocato la reazione dell’intero mondo della scuola, i sindacati hanno minacciato lo sciopero generale e questa mattina è arrivata finalmente la notizia che tutti attendevano: “gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti. Lo si è deciso nel corso di una riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.

“Bene il governo: sugli insegnanti cambia verso. Ora il lavoro: dati Istat devastanti”. Così Matteo Renzi, che aveva già aspramente criticato l’ipotesi di rimborso, su Twitter ha apprezzato la decisione di Palazzo Chigi sulla restituzione degli scatti agli insegnanti, annunciando che “oggi ci sarà la bozza del job-act per un dibattito aperto”.

Anche il ministro Maria Chiara Carrozza si è detta soddisfatta dopo un braccio di ferro con il collega dell’Economia: “Finita riunione a Palazzo Chigi: gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro. Sono soddisfatta per gli insegnanti” ha scritto in un tweet.

Ma da dove aveva avuto origine questa nuova iniziativa del governo, che avrebbe impoverito, indebolito e umiliato ancora una volta la classe docenti italiana?

Il blocco degli scatti stipendiali automatici, previsto dal contratto collettivo di lavoro, era stata un’iniziativa del governo Berlusconi prima, e di quello Monti dopo, e si sarebbe dovuto applicare nel triennio 2010-2012.
Ma nel 2010 lo scatto è stato pagato grazie ai risparmi conseguenti alla riforma Gelmini, nel 2011 a risolvere la situazione è stato un accordo sindacale che ha permesso di attingere 250 milioni di euro dal fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa, utilizzato dalle scuole per finanziare le attività pomeridiane, mentre nel 2012 il governo era riuscito a trovare 120 milioni di euro per pagare lo scatto ai docenti. Dal 2013 tutto sarebbe tornato come prima, con un normale incremento di stipendio in busta paga per gli insegnanti, finché a settembre il governo Letta ha deciso di bloccare retroattivamente anche lo scatto relativo al 2013. Da qui la decisione del ministero dell’Economia di passare al decurtamento, poi il ritorno sui propri passi di questa mattina.

Tutto bene quel che finisce bene, ma è opportuno chiedersi quando ci sarà pace per la classe docenti italiana e quando questa categoria sarà finalmente considerata un pilastro essenziale della società, sulla quale bisognerà investire sempre di più in formazione, qualità e retribuzioni se si avrà a cuore il futuro dell’Italia.



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1 response to “Dietrofront del governo: i docenti non dovranno restituire 150 euro

  1. Parlate solamente dei docenti, e il personale ata dove lo mettete? Anche questa categoria era nel marasma dei 150 €…. Anche il personale ata è bistrattato dal governo, eppure lavora come i docenti, alcuni sono precari come i docenti, e prendono molto meno dei docenti.

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