Roma, Sant’Eugenio choc: perde bambino dopo lunga attesa in sala parto
Una donna ha perso il suo bambino a seguito di una lunga attesa presso l'ospedale Sant'Eugenio di Roma. Si indaga su eventuali responsabilità dei medici
Un episodio choc è avvenuto presso l’ospedale Sant’Eugenio di Roma, dove una donna incinta ha perso il bambino dopo aver atteso troppo a lungo in sala parto. E’ accaduto a fine ottobre, quando questa donna, di circa 30 anni, è stata abbandonata nei pressi della sala operatoria con le doglie. Nessuno l’ha assistita, e la donna dopo poco ha dovuto partorire il figlio morto. E così K.S. ha sporto denuncia ed è stato aperto un fascicolo. Le accuse sono rivolte all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, anche se il bambino, ormai morto, è stato partorito presso l’ospedale Grassi di Ostia.
Questa donna ha atteso circa un’ora e mezza al Pronto soccorso del Sant’Eugenio, precisamente dalle ore 19.39 alle 20.53. Nonostante avesse le doglie, ha capito che dell’intervento almeno per il momento non se ne sarebbe parlato, e così è andata al Grassi. Qui la prendono immediatamente in cura e prevedono per lei un parto d’urgenza. Purtroppo è troppo tardi e per il suo bambino, che sarebbe dovuto essere il primogenito, non c’è nulla da fare e nasce morto. K.S. ha dunque denunciato l’ospedale Sant’Eugenio per non averla prontamente presa in cura per il parto. La cartella clinica della donna è stata acquisita, ed ora si dovrà stabilire se le tempistiche di attesa abbiano inciso o meno sul decesso del bambino.
Una vicenda che lascia davvero l’amaro in bocca, e sarà necessario capire quali siano le responsabilità dei medici. Saranno solo le indagini a stabilirlo. La donna ha perso il bambino per la troppa attesa per entrare in sala parto? Si attendono ulteriori aggiornamenti sulla vicenda.
Prima di tutto, un pensiero a questa famiglia e al piccolo…
Ma resto sempre un po’ interdetta di fronte a notizie così approssimative che portano tanta disinformazione nel grande pubblico. La signora aveva le doglie, erano state accertate complicanze nel travaglio, c’era un’indicazione assoluta all’intervento? Se sì, era un intervento da effettuare in emergenza. Se no, perchè mai si dice che la signora si attendeva di essere sottoposta a cesareo? Avrebbe al contrario potuto immaginare di dover partorire senza assistenza, un parto per vie naturali avviene da solo, anche senza essere in sala parto, se è la sua ora. Certo se non è ciò che si desidera, non è auspicabile. O forse questa mamma, in pieno travaglio e in ascolto del suo bambino, ha capito intimamente che c’era qualcosa che non stava andando bene, e non è stata ascoltata dal personale. Questo accade spesso purtroppo, alcune volte con esiti fatali.
Ma scrivere nei titoloni e negli articoli che una donna con le doglie deve normalmente aspettarsi un intervento per far nascere il suo bambino, che un parto non può avvenire se non c’è qualcuno che “faccia partorire” la donna, e la continua confusione tra “sala parto”, “sala operatoria” (dove doveva entrare questa donna? in sala parto si partorisce, in sala operatoria ci si sottopone ad intervento chirurgico, il cesareo nella fattispecie), ecco tutto questo contribuisce alla più profonda disinformazione sull’evento nascita, e sappiamo quanto l’informazione sia importante anche nella tutela della salute. Una notizia data così non serve a nessuno, anzi.