Kenya, scontri tribali: circa cento morti. Il governo invia l’esercito
Nel nord del paese gli scontri hanno portato quasi 20mila persone a decidere di lasciare le case. All'origine della violenza, il controllo delle terre per il pascolo
Scontri interetnici. Sarebbe questa la causa che ha portato in Kenya alla morte di diverse decine di persone. I conflitti, stando a quanto riportato dai media locali, si sono avuti nella parte settentrionale del paese. Soltanto a Moyale, località che si trova nei pressi del confine con l’Etiopia, a trovare la morte sarebbero stati in 27.
Ma le violenze parrebbero continuare e il governo kenyano – così riporta il quotidiano Standard – ha deciso di far sorvolare sulle aree interessate dagli scontri diversi aerei della sicurezza. A seguito dell’escalation di violenza, tantissimi sono quelli che hanno deciso di lasciare la propria abitazione per il timore di rimanere invischiato negli scontri o divenire il bersaglio della furia altrui. Alcune fonti parlano addirittura di 20mila sfollati.
Tornando alle vittime, Jaffer Isaak, militante impegnato per mettere fine al tribalismo, le vittime degli scontri sarebbero circa cento.
L’esercito intanto è stato mobilitato dal governo di Nairobi per cercare di frenare il dilagare della violenza. A renderne comunicazione ufficiale è stato il ministro per la sicurezza interna, Joseph ole Lenku, che però non ha specificato l’entità della mobilitazione né il tempo in cui si pensa la situazione possa tornare sotto controllo.
Gli esperti del territorio, intanto, hanno chiarito come all’origine degli scontri vi sia la lotta per il controllo di terre dal grande valore per il pascolo. Da qui all’utilizzo di milizie appartenenti ai singoli clan e al ricorso a vendette private il passo è breve.
Dalla comunità internazionale intanto c’è chi pensa all’istituzione di veri e propri negoziati di pace per frenare le violenze tra le tribù.
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