Sigarette elettroniche: cancellato il divieto nei luoghi pubblici
Si potrà fumare nei bar, nei cinema e in ufficio. Il divieto rimane nelle scuole
Sono decaduti i divieti che riguardavano l’utilizzo delle sigarette elettroniche, tra di essi anche quello che vedeva proibito l’uso in locali pubblici. A stabilirlo è stato il decreto Istruzione, convertito in legge nei giorni scorsi. Il divieto era stato introdotto negli scorsi mesi, in concomitanza con il decreto Iva-Lavoro.
A farsi promotore dell’abrogazione è stato il presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl) che con l’emendamento 4.25, poi approvato dai deputati il 23 ottobre scorso, ha portato allo stralcio dell’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia, in cui le norme in materia di tutela della salute dei non fumatori venivano estesi anche alle sigarette elettroniche.
Adesso quindi si potrà fumare l’e-cig all’interno di uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici; mentre continuerà a permanere il diveto all’interno degli istituti scolastici.
A commentare la cancellazione del divieto, lo stesso Galan che ha dichiarato: “Nessuna svista bensì la correzione di un eccesso di proibizione. L’emendamento voleva correggere una situazione venutasi a creare con il decreto di luglio che era eccessivamente restrittivo e per esempio proibiva di fatto la pubblicità persino sulle vetrine dei negozi che vendono le sigarette elettroniche. Le norme erano più restrittive di quelle per il tabacco e il testo, che è stato riformulato tre volte, originariamente chiedeva semplicemente l’equiparazione delle sigarette elettroniche con quelle tradizionali“.
“Ho recepito – ha continuato Galan – l’appello proveniente da una nuova filiera produttiva, per altro in forte espansione, massacrata da tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito. Non mi permetto di dare alcun giudizio medico scientifico su questo prodotto, sono un ex-fumatore da tempo, anche se gli ultimi studi sembrerebbero confortanti, come testimoniato dal prof. Veronesi. Da convinto liberale quale sono, ho solo ritenuto opportuno non affossare un nuovo modo di fare impresa con una regolamentazione ostruzionistica”.
Ma c’è anche chi critica la decisione. Tra di essi anche Girolamo Sirchia, ex ministro della Sanità e attuale presidente della Consulta nazionale sul Tabagismo nonché autore della legge del 2003 con la quale è stato introdotto in Italia il divieto di fumo nei luoghi pubblici: “Prima una tassazione fuori misura e adesso quello che sembra una sorta di compensazione, sembra una gara a chi fa peggio. Sono molto sorpreso da quello che sembra un blitz. È un cattivo provvedimento, non certo mirato alla salute pubblica, anche nella parte che riguarda la liberalizzazione della pubblicità. Non è certo una immagine edificante quella di una persona che fuma, anche se si tratta di una sigaretta finta. È una brutta immagine. Sono favorevole alla sigaretta elettronica quando viene usata come presidio per smettere di fumare. Certo è meno dannosa della nicotina combusta della sigaretta tradizionale. Però non si può costringere chi ti sta accanto a respirare vapori che possono essere anche di nicotina“.