Pediatra non riconosce il diabete: Plinio, di un anno e mezzo, miracolato dall’unzione
E' la storia di Plinio, malato di diabete, il pediatra gli aveva comunicato una diagnosi sbagliata. Poi, il miracolo
Plinio Ortolani, bimbo di un anno e mezzo, stava rischiando di morire nel letto dell’ospedale Meyer di Firenze. In quel letto il parroco gli aveva dato l’estrema unzione. Plinio stava rischiando di morire per via di una diagnosi errata da parte del suo pediatra. A quanto pare, infatti, il medico non aveva riconosciuto i sintomi del diabete mellito di tipo 1. Iacopo, il papà di Plinio racconta a Le Iene che un giorno il bambino era sanissimo, e il giorno dopo aveva cominciato a bere molto e a fare tanta pipì. Il pediatra di Plinio aveva collegato tali sintomi a un’influenza. Nonostante tutto però consiglia l’esame delle urine a Sansepolcro. Il medico però non si reca di persona a ritirare il referto, ma l’addetta del front office del centro diagnostico glielo riferisce al telefono sbagliando i dati: riporta il valore di riferimento invece del risultato, e dunque che la glicemia è “assente”, mentre è superiore a 1000, indice di una situazione critica”.
Nel frattempo, le condizioni di salute di Plinio vanno peggiorando sempre di più e il bambino viene trasferito all’ospedale di Città di Castello. Una volta giunto lì, a Plinio viene individuato il diabete e viene trasferito a Perugia. Nel corso di una visita neurologica si scopre che Plinio ha un edema cerebrale che compromette il sistema nervoso. Ecco che sopravviene un nuovo trasferimento per il piccolo, al Meyer di Firenze. L’ il bambino viene considerato prossimo alla morte. I genitori così gli fanno dare l’estrema unzione dal parroco. All’improvviso il miracolo: Plinio si risveglia. Le complicanze del diabete diagnosticato in ritardo gli lasciano però dei deficit cognitivi, visivi e motori. Ma ciò non toglie che Plinio è vivo. I genitori ora ricordano quei terribili giorni e nonostante tutto hanno trovato la forza di raccontare e rendere pubblica la loro esperienza nell’augurio di aiutare chi come loro si dovesse per disgrazia trovare a vivere la loro stessa situazione.