Cina, morti e feriti per l’esplosione di un’auto
L'esplosione avvenuta a Pechino, in Cina, ha causato la morte di tre persone ed il ferimento di almeno 11, fra cui un bambino
Una forte esplosione è avvenuta a Pechino – in Cina – in piazza Tienanmen, dove è saltata in aria una jeep, la cui esplosione è avvenuta esattamente di fronte alla Porta della Pace Celeste. Al momento, secondo le prime rivelazioni, sono almeno tre i morti e vi sono anche diversi feriti tra i turisti ed agenti di polizia stessi.
La tragedia è avvenuta alle ore 12:05 di Pechino, quando erano appena le 5:00 del mattino qui in Italia. Non è ancora chiara la dinamica dell’avvenimento, in quanto non si sa ancora se il veicolo abbia preso fuoco già prima dell’esplosione o se sia stata quest’ultima a causarne l’incendio. Ancora ignote anche le intenzioni dell’autista della jeep, di cui non si sa ancora molto e non si sa ancora se si sia diretto di proposito in mezzo alla gente presente in piazza Tienanmen ad un’ora di punta come le 12:05.
Allo stato attuale delle cose, la piazza è stata chiusa dalle autorità locali, così come la grande via Changan che attraversa la piazza, la fermata della metropolitana e la stazione di Qianmen. Le foto scattate dai turisti presenti sul luogo della tragedia e caricate poi sul web sono, di fatto, già state censurate: alcune, però, sono rimaste e, dalle foto, è possibile vedere una jeep in fiamme ai piedi del ritratto di Mao.
Secondo quanto riportato dall’agenzia ufficiale Xinhua, le vittime dell’incidente sono l’autista stesso dell’autovettura e le due persone che si trovavano a bordo; inoltre, molti sono i turisti e gli agenti di polizia rimasti feriti dall’esplosione. Secondo alcune fonti del Corriere della Sera, i feriti sarebbero 11 in totale, fra cui un bambino. Un turista pare abbia aiutato i feriti, praticando la respirazione artificiale.
Solitamente, la piazza Tienanmen è controllata dalla polizia che ne controlla l’accesso tramite metal detector, oltre ad essere munita di idranti antincendio.
Come avviene e avveniva in tutti i Paesi comunisti la libertà di stampa e di informazione è una chimera. Perché i nostri “sinceri democratici” non stigmatizzano questi avvenimenti? Risposta ovvia.