Lettera fisco: controlli ed errori da non fare se arriva
Controlli ed errori da non fare in caso di arrivo della lettera del Fisco. L'Agenzia delle Entrate è pronta, voi sapete cosa fare?
Lettera Fisco in arrivo, cosa fare? L’Agenzia delle Entrate è pronta a inviare oltre 35mila lettere di chiarimento ai possibili trasgressori che entro 15 giorni dovranno rispondere a un questionario dove dovranno a loro volta comunicare come hanno gestito le spese in base al loro reddito.
E’ un modo per confrontarsi a tu per tu con il contribuente. La persona che ha ricevuto la lettera del Fisco, infatti, deve recarsi presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, e spiegare le eventuali incongruenze tra le spese emergenti dalle banche dati dell’Anagrafe tributaria e il reddito dichiarato. Nel caso in cui il contribuente non desse chiarimenti all’Agenzia, viene notificato l’invito al contraddittorio finalizzato ad una soluzione stragiudiziale della controversia. Successivamente, si arriverà al vero e proprio accertamento, ovviamente impugnabile in Commissione tributaria. Nell’occasione vi sono alcuni consigli sugli errori da non fare che sono riportati dal Il Corriere della Sera, insieme agli esperti di Eutekne.
L’indagine. Ci si può opporre a un eventuale accertamento, ma è meglio evitare. Bisogna saper distinguere ciò che è permesso dalla legge da ciò che non lo è. Non dimenticare, inoltre, che possono assumere valore anche le dichiarazioni di terzi supportate da elementi esterni.
La normativa. Il fai-da-te con il Fisco non sempre è molto conveniente. Non bisogna farsi prendere dal panico. Atteggiamento che potrebbe complicare l’accertamento indipendentemente dal fatto che si abbia o meno qualcosa da nascondere.
Il calendario. Guadagnare tempo una volta ricevuta la lettera del fisco. Il tempo minimo in genere per invitare il contribuente a comparire e a fornire i chiarimenti/documenti richiesti è di quindici giorni. Se è necessario più tempo per recuperare i documenti è possibile chiedere una proroga del termine.
Le sanzioni. E’ consigliabile non ignorare l’avviso: potrebbe costare oltre 2 mila euro, oltre che indispettire la Commissione Tributaria. Il comportamento ostruzionistico è persino previsto e sanzionato: si rischia una sanzione amministrativa che va da euro 258 a euro 2.065.
I documenti. Fornire notizie non vere non è reato, ma con atti falsificati si rischia il carcere. Il penale scatta solo in ipotesi molto circoscritte, ad esempio quando viene esibito un documento materialmente falso.
Le verifiche. Per dipendenti e pensionati utile tenere a portata di mano gli estratti conti. Il redditometro potrebbe riguardare anche lavoratori dipendenti e pensionati, soggetti teoricamente meno esposti all’evasione. Ricordatevi che il redditometro segue dei parametri predefiniti e, qualche volta, l’incrocio tra reddito dichiarato e tenore di vita può far accendere la spia del controllo.