Attualità Italiana

Palermo, neonato muore in clinica: la culla non entra in ascensore

A Palermo un neonato muore in clinica perché la culla non entra in ascensore. Tuttavia, dalla clinica dicono di non avere colpe

A Palermo, un neonato muore in clinica perché la culla non entra in ascensore. La tragica vicenda è avvenuta presso la casa di cura Triolo Zancla. Appena nato, il piccolo mostrava buoni condizioni di salute, salvo poi mostrare un improvviso peggioramento, tale da far decidere un suo trasferimento. Il neonato, però, muore in clinica perché la culla non entra in ascensore. Il piccolo è morto per complicazioni varie. Dopo l’episodio, il medico del servizio di emergenza della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Villa Sofia Cervello di Palermo – dove il neonato era in cura prima di essere trasferito presso la casa di cura Triolo Zancla – ha inviato una lettera ai vertici ospedalieri per denunciare carenze nella struttura dove è morto il piccolo. La prima delle mancanze, appunto, è la ridotta dimensione degli ascensori presenti nella clinica. Talmente piccoli che la culla non entra in ascensore, stesso discorso per le barelle. Quindi, è necessario smontare parte del carrello per accedere ai piani superiori, e rimontarlo prima di riporre la culla in ambulanza. Lo stesso medico racconta che, come già successo in altre occasioni, il neonato è stato portato nell’ufficio accettazione in condizioni di estrema gravità. Per questo motivo, necessitava di immediata intubazione, avvenuta con successo nonostante le condizioni ambientali inadeguate. Anche il segretario regionale della Cgil medici, Renato Costa, ha invitato a vigilare sull’adeguatezza delle strutture sanitarie – pubbliche e private. Tuttavia, i vertici  della casa di cura Triolo Zancla rimandano le accuse al mittente, rispondendo a loro volta con la seguente lettera: “Gli ascensori della casa di cura sono perfettamente in regola, abbiamo un montalettighe dedicato al trasferimento dei pazienti, inclusi i neonati, da e per le sale operatorie”. Nella lettera affermano di ritenersi d’accordo con le parole di Costa, ma non con quelle del medico, asserendo che la morte del neonato non è stata causata dalle ridotte dimensioni dell’ascensore.



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