Attualità Italiana

Muse, accusa choc: pagate tangenti per il concerto a Roma

Dai Muse arriva un’accusa choc: nel loro ultimo concerto romano sono stati costretti a pagare delle tangenti per poter sparare i fuochi d’artificio

Accusa choc dei Muse: sono stati costretti a pagare tangenti per il loro recente concerto a Roma. La famosa band britannica ha confessato di essere stata costretta a versare dei soldi per l’utilizzo dei fuochi artificiali. Dunque, i Muse hanno pagato le tangenti per poter usufruire dei fuochi artificiali nel loro concerto a Roma. Questa l’accusa della band, che ha manifestato il proprio sdegno agli organizzatori del concerto nella capitale. A rivelarlo è stato proprio il frontman e cantante dei Muse in un’intervista al The Sun. Matt Bellamy ha infatti risposto ad alcune domande di un giornalista del Sun riguardanti la logistica dei loro spettacoli. Bellamy ha affermato di dover ogni volta fare i conti con la Polizia, promoter vari ed enti locali. Il cantante ha citato come esempio la tangente richiesta nel loro ultimo concerto italiano. “Abbiamo dovuto pagare una tangente di diverse migliaia di euro per essere autorizzati a sparare fuochi d’artificio” – ha asserito Bellami, che ha poi così proseguito: “Abbiamo dovuto telefonare all’Ambasciata Britannica a Roma per parlare con qualche responsabile”. Dopo la denuncia di Bellamy la procura di Roma ha avviato un’indagine. Una commissione composta da responsabili della Prefettura, polizia, vigili del fuoco ed elettrotecnici si è riunita i primi di luglio per concedere le autorizzazioni di rito ai Muse. Proprio tra questi ci sarebbero gli eventuali responsabili del caso. Fortunatamente, nessun italiano ha tuttora preso le distanze dall’accusa dei Muse, come di solito accade negli attacchi ricevuti alla nostra burocrazia, e sarà la procura a stabilire se le parole di Bellamy corrispondevano al vero.



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