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Svizzera, maestro d’asilo confessa di aver stuprato 7 bambine

In Svizzera un maestro d’asilo ha confessato di aver stuprato 7 bambine. L’uomo inizialmente arrestato per detenzione di materiale pedopornografico, si trova ora in una situazione processuale critica

In Svizzera un maestro d’asilo confessa di aver stuprato 7 bambine. A rivelarlo è la stampa locale, anticipando l’esito di un’indagine in corso da due anni. La notizia è stata riportata dal giornale svizzero Zuecher Oberland. L’uomo è un 31enne maestro d’asilo, che si trova in carcere dal 2011. Il maestro d’asilo ha confessato di aver stuprato 7 bambine di età compresa tra i 18 mesi e i 6 anni. I fatti risalgono ad almeno 3 anni fa, e l’uomo si trova già in carcere, ma inizialmente con la “sola” accusa di detenzione di filmati a sfondo pedopornografio. L’identità dell’uomo non è stata rivelata per non mettere in difficoltà in difficoltà le sue ex alunne, già provate da anni di abusi e la sua famiglia di appartenenza. Quattro delle vittime erano bimbe che gli erano state affidate mentre lavorava in un giardino d’infanzia a Volketswil, vicino Zurigo. L’istituto ha poi chiuso per vicissitudini varie. Dopo esser stato arrestato per il possesso di materiale pedopornografico, l’uomo ha confessato di aver abusato di una bimba di due anni e mezzo e di aver girato con lei video e scattato foto. Col proseguire delle indagini, l’uomo ha confessato le altre violenze. In tutto, l’uomo ha ammesso di aver stuprato 7 bambine e di aver offerto loro doni in cambio del loro silenzio. Ovviamente, le piccole, incapaci di intendere e volere, hanno accettato i doni e non hanno parlato a nessuno degli abusi subiti, ma quando i comportamenti delle bambine hanno cominciato a esser particolarmente strani, i genitori hanno cominciato a sospettare che qualcosa non andasse bene. L’uomo è stato arrestato nel marzo 2011, dopo che la polizia è stata avvisata dalla cellula di coordinamento nazionale della lotta contro la criminalità su internet che possedeva filmati pedopornografici. Il timore è che entro la fine dell’indagine possano emergere ulteriori confessioni di abusi su minori.



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