Stefano Cucchi, la Corte d’Assise: “Morto per malnutrizione”
Stefano Cucchi: per i periti della Corte d'Assise è colpa dei medici se il giovane è morto. Le ultime notizie.
Nuovo colpo di scena nel caso che riguarda la morte di Stefano Cucchi, avvenuta una settimana dopo il suo arresto. Secondo i periti incaricati dalla III Corte d’assise di Roma, il ragazzo sarebbe morto per malnutrizione, quindi per una grave carenza di cibo e di acqua. Per quello che riguarda invece i traumi ben visibili, ad occhio nudo, sul corpo del ragazzo, secondo i periti sono dovuto o ad un’aggressione o ad una caduta accidentale. Comunque, si esclude che la causa del decesso siano proprio quei traumi. Vediamo insieme quali sono le ultime notizie. La perizia redatta dal gruppo di lavoro dell’Istituto Labanof di Milano è stata depositata oggi, una settimana prima della prossima udienza del processo che vede imputati sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria. Nella perizia si legge: «In definitiva la causa della morte, per univoco convergere e dei dati anamnestico-clinici e delle risultanze anatomopatologiche, va identificata in una sindrome da inanizione. Il quadro traumatico osservato si accorda sia con un’aggressione, sia con una caduta accidentale, nè vi sono elementi che facciano propendere per l’una piuttosto che per l’altra dinamica lesiva».
E ancora, secondo i periti: «I medici del reparto di medicina protetta dell’ospedale Pertini, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso. Tutti i sanitari della Medicina protetta del Pertini – si legge nella perizia – ebbero una condotta colposa, a titolo sia di imperizia, sia di negligenza, quando non di mancata osservanza di disposizioni comportamentali codificate. I medici del reparto di medicina protetta dell’ospedale Pertini non si sono mai resi conto di essere (e fin dall’inizio) di fronte a un caso di malnutrizione importante, quindi non si sono curati di monitorare il paziente sotto questo profilo, nè hanno chiesto l’intervento di nutrizionisti (o di altri specialisti in materia), e, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso».