Piccolo Claudio, gettato nel Tevere: chiesti 30 anni per il padre
Bimbo gettato nel Tevere: chiesti 30 anni di reclusione per il padre.
Tutti ricorderanno la storia commovente del piccolo Claudio Franceschelli, il bambino di soli 16 mesi che il 4 febbraio scorso, fu gettato nelle acque del fiume Tevere, a Roma, dal padre, Patrizio Franceschelli. Oggi ci sono delle novità per quanto riguarda il processo per l’omidicio del piccolo. Secondo le ultime notizie infatti, la procura di Roma ha chiesto una condanna a trent’anni di reclusione per Franceschelli, il padre del bimbo. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela. L’uomo verrà giudicato con un procedimento con rito abbreviato dal gup Adele Rando. Ricordiamo che il Tribunale, nella scorsa udienza, non aveva riconosciuto all’imputato le aggravanti dei futili motivi e dell’efferatezza. Ricostruiamo brevemente la storia del piccolo Claudio, gettato nel Tevere dal padre.Era il 4 febbraio scorso, Roma era straordinariamente innevata. Claudio era un bambino di 16 anni, dormiva a casa della nonna, in quanto la sua mamma era in ospedale. Quella notte, improvvisamente, il padre, Patrizio Franceschelli, un ragazzo di soli 26 anni, ha bussato alla porta della sua suocera, con una scusa qualunque. La donna gli ha aperto, non pensando che da quel momento il ragazzo avrebbe stravolto le loro vite. Franceschelli ha infatti afferrato il bambino, e ha iniziato a scappare, buttandolo sulla neve. La donna ha provato ad inseguirlo, a chiedere aiuto, ma non ce l’ha fatta. Patrizio è arrivato davanti al Tevere, su Ponte Mazzini, nel gelo di Roma e ha gettato il bambino giù, nelle acque del fiume. Il corpo del piccolo Claudio fu ritrovato il 9 marzo scorso, nella zona di Fiumicino. I funerali si svolsero a Roma, a Giugno del 2012.
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