News e Cronaca

Nel giorno dei morti il nostro pensiero va a tutte le vittime innocenti

Un pensiero a chi non c'è più, a chi è stato ucciso e a tutte le vittime innocenti.

Oggi, 2 novembre, è il giorno dedicato ai defunti. È il giorno in cui le famiglie si recano al cimitero per portare un fiore sulla tomba di chi non c’è più. Noi in questo giorno così delicato vorremmo dedicare un pensiero a tutte le vittime innocenti che ci sono state in Italia, nell’ultimo periodo. Uomini, donne, bambini. Ma soprattutto donne. Perché anche se non se ne parla molto, dall’inizio del 2012 ad oggi ci sono stati più di 100 femminicidi, più di 100 donne e ragazze uccise, senza motivo, o forse per la troppa gelosia del proprio compagno. Noi oggi le vogliamo ricordare tutte, anche quelle di cui non si conosce la loro storia. Perché è bene parlarne, affinché queste cose non succedano mai più, o almeno, se proprio non possiamo cambiare il mondo, affinché non succedano con la frequenza in cui stanno accadendo nel nostro Paese in questo periodo.Vogliamo ricordare tutte quelle ragazzine che hanno perso la vita nell’ultimo periodo a causa della crudeltà umana: un ricordo va a Sarah Scazzi, probabilmente vittima della follia omicida della zia e della cugina; un pensiero lo rivolgiamo alla piccola Yara: uccisa e gettata in un campo, a Chignolo d’Isola. Ricordiamo anche Melania Rea, 29enne di Somma Vesuviana, Carmela Petrucci, uccisa dal folle ex fidanzato della sorella Lucia. Un pensiero lo rivolgiamo anche a Francesca, trovata morta ieri vicino al lago di Bracciano. Ma un grande pensiero va a tutte le cento donne uccise in Italia nell’ultimo anno, nessuna esclusa. Anche quelle di cui non conosciamo la storia. Un pensiero ovviamente lo rivolgiamo anche agli uomini trovati morti in circostanze ancora misteriose, e ai bambini, i piccoli angeli innocenti che non ci sono più. Un pensiero al piccolo Claudio, buttato nel Tevere dal padre. Un pensiero a Ciccio e Tore di Graviana di Puglia, a Samuele Lorenzi di Cogne ed in generale a tutti i bimbi che ci hanno lasciato, per colpa della crudeltà umana o per una brutta malattia.

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