Claudio, piccolo gettato nel Tevere: rinvio a giudizio per il padre
Patrizio Franceschelli è stato rinviato a giudizio: fuori dal tribunale la gente lo ha linciato.
Molti di voi ricorderanno la storia del piccolo Claudio, il bambino di appena un anno, aveva 16 mesi di vita, che fu vittima della follia omicida del padre. Il piccolo, la notte del 4 febbraio scorso, quando roma era imbiancata da diversi centimetri di neve, dormiva a casa della sua nonna, dove c’era anche la zia, ovvero la sorella della madre. La madre del piccolo era ricoverata in ospedale, per accertamenti. Quella notte alla porta della nonna del piccolo suonò il padre, Patrizio Franceschelli e, con una ferocia inaudita, strappò il piccolo dalle braccia della nonna, gettandolo dalla finestra e lasciandolo cadere sulla neve. Inutili sono stati i tentativi di gridare aiuto della nonna del piccolo, che ha inseguito il giovane padre. L’uomo è arrivato davanti al Tevere, su Ponte Mazzini, e ha compiuto quel gesto tremendo: ha lanciato il bambino, che piangeva per lo spavento, nelle acque gelide del fiume innevato.Il corpo del piccolo Claudio Franceschelli venne ritrovato mesi e mesi dopo, alla foce del Tevere. La nonna del piccolo ha raccontato la drammatica storia in diverse trasmissioni televisive, e ha sempre detto che in cuor suo c’era la speranza che Claudio fosse ancora vivo, anche se ormai era impossibile. Il ragazzo adesso, padre del bimbo, è accusato dal gup di omicidio volontario aggravato da futili motivi e dall’efferratezza. Oggi Franceschelli è giunto oggi in manette a Palazzo di Giustizia ed è stato, inevitabilmente, oggetto di insulti e proteste da parte di un gruppo di amici della madre e dei congiunti del bambino. Contro Franceschelli si è costituita parte civile anche Roma Capitale e stamane a Palazzo di Giustizia c’era anche il vicesindaco Sveva Belviso a ribadire la vicinanza delle autorità cittadine ai famigliari del bambino di soli 16 mesi morto in quel modo tragico. Franceschelli è stato giudicato da una perizia medico-legale capace di intendere e di volere pur avendo dei comportamenti sociopatici.
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