Una prova agghiacciante incastrerebbe definitivamente il marito di Lucia Manca, la donna scomparsa in provincia di Marcon e ritrovata, morta, il 6 ottobre del 2011, in avanzato stato di decomposizione, sotto a un viadotto di Cogollo del Cengio (Vicenza). La sua misteriosa scomparsa potrebbe quindi adesso diventare più chiara, visto che ci sarebbero delle prove inconfutabili che incastrerebbero il marito Renzo Dekleva, che ancora oggi – dopo quasi un anno dal ritrovamento del corpo della moglie – continua a dirsi estraneo ai fatti. La prova schiacciante che potrebbe porre fine a molti misteri è quella che è venuta fuori dal casello di Piovene Rocchette: si tratta del biglietto del tratto d’autostrada che, secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe percorso la notte del delitto di Lucia Manca, quindi tra il 7 e l’8 luglio del 2011, proprio per recarsi nel luogo dove avrebbe poi occultato il cadavere.
Secondo le ultime notizie che arrivano dagli accertamenti tecnici, le impronte digitali su quel cartoncino del biglietto autostradale, sarebbero compatibili con quelle di Renzo Dekleva, così come il dna ricavato da alcune gocce di sudore delle mani dell’uomo. Il biglietto sarebbe stato lasciato alle 2.10 del mattino al casello di Piovene Rocchette, a pochi chilometri (circa 5) da Cogollo del Cengio. Un altro indizio che fa pensare alla colpevolezza dell’uomo è che anche il suo telefonino ha agganciato la cella di Rubano, un posto che si incontra lungo il tragitto, pochi minuti prima delle 2. Come sappiamo il marito di Lucia Manca ha sempre negato di aver percorso quella strada, ma adesso le prove parlano chiaro e lo incastrano: quel biglietto dell’autostrada può inchiodarlo definitivamente. L’accusa è convinta che Dekleva avrebbe ucciso la moglie dopo un litigio, avrebbe caricato il suo cadavere in auto e l’avrebbe poi scaricato in un bosco del Vicentino, lasciando che il tempo (e gli animali) lo facessero sparire. Il movente sarebbe passionale, visto che Dekleva aveva una storia extraconiugale ormai da tempo.
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