News e Cronaca

Omicidio Lignano, ecco la confessione di Lisandra

La confessione della giovane sudamericana lascia senza parole: dalla rapina al delitto, tutto nei minimi dettagli.

Il verbale dell’interrogatorio di Lisandra, la giovane sudamericana ritenuta responsabile dell’omicidio dei coniugi di Lignano assieme al fratello, è stato diffuso nelle ultime ore. Il Corriere della sera ha pubblicato qualche stralcio delle confessioni della giovane: tutto è confermato, i due hanno ucciso per soldi e l’idea sarebbe stata del fratello. Ecco le sue parole: “Mentre ero a Salerno (dove lavoravo al night Sharon) ho sentito più volte al telefono Reiver che mi diceva di voler commettere la rapina… Aveva problemi economici e continuava ad avere questo obiettivo da mesi… Conoscevamo i Burgato da tre anni, da quando siamo arrivati in Italia. Io andavo al loro negozio a fare acquisti e li vedevo tutti i giorni nella gelateria di mia madre dove ho lavorato anch’io. […] Volevo fargli cambiare idea ma lui era deciso e si è messo anche a piangere parlandomi dei suoi problemi economici e della figlia che doveva nascere. Ha aggiunto che se non l’avessi aiutato la rapina l’avrebbe fatta lui da solo. A quel punto ho ceduto…”Dunque solo un aiuto al fratello, al quale non si è sentita di dire no, secondo quanto afferma. “Lui aveva già le idee molto chiare, aveva scelto la villa dei Burgato a aveva preso gli abiti che avremmo dovuto indossare: i leggings neri, due felpe blu scuro, due passamontagna, due coltelli, uno piccolo e uno grande, due paia di guanti da motociclista… una corda che però io, prima del fatto, non avevo visto. Un coltello era a scatto con una lama di otto centimetri mentre l’altro era da cucina, 25 centimetri. Uno lo aveva preso dalla sua abitazione, l’altro ce l’aveva da sempre”, ha detto la giovane. Ha poi raccontato i momenti drammatici della rapina: “Io ho preso la signora da dietro bloccandola alla gola con il braccio sinistro, mio fratello ha bloccato lui… Siamo entrati tutti e quattro nel bagno, la prima stanza che abbiamo visto aperta. Mio fratello ha iniziato a dire: “Dove sono i soldi? Dove avete la roba? Dove avete l’oro?”… La signora voleva che il marito parlasse ma Burgato non diceva nulla. A quel punto mio fratello lo ha messo a terra, legandolo, e poi si è occupato della signora… io ho preso la sua borsetta, ho trovato del denaro e l’ho dato a mio fratello. Sono poi salita al piano superiore a rovistare dappertutto… ho mosso i quadri cercando la cassaforte ma niente, ho portato via solo una catenina e degli orecchini…”

Ma le cose si complicano: la mancanza del bottino fa perdere la testa ai due e la vittima riconosce il suo aguzzino, chiamandolo per nome: “Ha iniziato a chiedere più volte la cassaforte e i soldi e in quel momento il signor Burgato ha riconosciuto la sua voce chiamandolo più volte “Rei”. Reiver ha iniziato a picchiarlo violentemente, tant’è che io sentivo i colpi sordi e forti… Entrambi avevamo capito che non potevamo andar via così… Ho recuperato il coltello grande e ho aggredito Burgato”. È così che si sono svolti i fatti.



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