News e Cronaca

Roma, strani poster al Pigneto: “Basta aumenti delle droghe”

Sono apparsi strani manifesti a Roma: la protesta sarebbe per combattere i rincari della droga.

Roma si è svegliata, questa mattina, con dei poster alquanto strani: su decine di muri del Pigneto, infatti, sono stati affissi – presumibilmente in modo abusivo – dei manifesti dal significato inequivocabile: “Basta aumenti delle droghe, noi la crisi non la paghiamo”, la prima cosa che colpisce a guardarli. Ovviamente non si può sapere se i manifesti rappresentano uno scherzo o sono una piccola forma di protesta, messa in atto da chissà chi. Sulla vicenda stanno ora indagando i carabinieri, guidati dal colonnello Giuseppe La Gala, comandante del gruppo di Roma e gli agenti della questura. I manifesti affissi sembrano uscire da una tipografia: non sono scritti a mano, ma ben stampati. Come si può vedere dalla foto sul poster ci sono dei pittogrammi che rappresentano le droghe: cocaina, marijuana, mdma ed eroina. Accanto ad ogni simbolo grafico vi è la “descrizione del prezzo” e del “rincaro”.

La protesta è scritta in modo inequivocabile sotto le illustrazioni grafiche: “Le sostanze stupefacenti sono uno strumento di sintonizzazione e di sincronizzazione dei tempi di vita del lavoro, precario e intermittente. L’aumento del prezzo di tali sostanze è un attacco indiscriminato alla nuda vita della classe operaia. Noi la crisi non la paghiamo”. Firmato: “Dipendenti a tempo indeterminato”: sicuramente con un gioco di parole tra lavoratori dipendenti e dipendenza dalle droghe. Come detto prima i carabinieri indagano per scoprire gli autori del gesto. L’unico reato possibile (che potrebbe coinvolgere anche chi li ha fatti stampare) è quello previsto dall’articolo 663 del codice penale che punisce l’affissione clandestina di scritti o disegni senza l’autorizzazione delle autorità amministrative. I “colpevoli” pagherebbero in questo caso una semplice multa. E’ infatti abbastanza difficile ipotizzare un’accusa per apologia di reato (articolo 414) perché il testo non è un invito esplicito a drogarsi. Le forze dell’ordine pensano, comunque, che si tratti di una beffa.

 

 

 

 

 



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