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Patrizia Rognoni scomparsa: Enzo Iacchetti le scrive una lettera

La lettera commovente scritta da Iacchetti per Patrizia Rognoni, sua amica scomparsa nel 2009.

Sono passati ben tre anni dalla scomparsa di Patrizia Rognoni, la ex compagna di scuola di Enzo Iacchetti. E proprio il presentatore televisivo è in prima linea per cercare di fare luce sulla vicenda e capire che fine abbia fatto la sua amica. “Piango perchè non può finire così”, dice Enzo Iacchetti nel testo della lettera che riportiamo per intero in questo articolo. Ricostruiamo brevemente il momento della scomparsa della giovane donna: Patrizia Rognoni è scomparsa il 16 settembre del 2009, da Castelveccana. A dare l’allarme della sua sparizione è stata la figlioletta 12enne, che aspettava la madre fuori dalla scuola. Patrizia aveva un legame strettissimo con la figlia, impossibile pensare che si sia dimenticata di andarla a prendere. In quei giorni la giovane donna viveva un momento non facile della sua vita, caratterizzato da un’aspra vicenda legale per la separazione col marito, Roberto Corti, fatta di carte bollate e reciproche accuse di maltrattamenti e privazioni di diritti. Ecco la lettera di Enzo Iacchetti.“Patrizia adorata, perdo sangue dal cuore dal giorno in cui sei scomparsa. E’ l’idea della tua incolmabile solitudine di quel momento, di quando qualcuno ti ha portata via, che non cicatrizza la mia ferita. Riesco a intuire la disperazione dei tuoi occhi fino alla rassegnazione, davanti alla violenza di chi ti ha potuto fare così tanto male. E mi passa davanti la tua vita, davvero poco fortunata se non quando con una gioia somigliante a una festa di paese, annunciasti a tutti l’arrivo della tua bambina! La luce per te, la grande forza per la tua vita. Perché hai attraversato mille dolori, sopportati con rara dignità, senza mai disimparare il sorriso. Perché dopo tutto questo tempo, indagini disperse, avvocati strani, responsabili frettolosi, sono rotolate voci terribili che hanno addirittura provato a farci pensare che il tuo è stato un suicidio. Intanto dimmi se faceva caldo, se sentivi dolore durante la disperazione che provavi mentre ti trascinavano chissà dove. Ti siamo venuti in mente vero? I tuoi amici, i tuoi compagni di scuola che ti hanno amato sempre e che ti credono ancora viva. Nessuno ci ha mai detto niente. Io piango per la tua solitudine, piango perchè non può finire così, senza un filo di vento che ci porti una speranza, o magari il profumo che avevi quel giorno maledetto. Adesso voglio un segnale, dammelo tu, con l’anima..abbiamo sempre creduto nella verità dell’anima, altrimenti io non starò in pace, tu non starai in pace, quella tua meravigliosa figlia non starà mai in pace. Ti aspettiamo, e a testa bassa andremo addosso a chiunque scalfirà la tua fede, il tuo desiderio di famiglia, il tuo diritto di fare una vita normale”.

di Enzo Iacchetti



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