Anna Maria Franzoni resta in carcere: il Tribunale le nega i domiciliari
Anna Maria Franzoni non sconterà il resto della pena a casa, come aveva chiesto lei stessa tramite i legali.
Tutti ricorderanno il terribile delitto di Cogne. Un bambino, il piccolo Samuele Lorenzi, viene trovato morto, nel letto, in una pozza di sangue. A dare l’allarme, in quella fredda mattinata del 30 gennaio del 2002, era stata la madre, Anna Maria Franzoni. La donna ha sempre dichiarato che il piccolo Samuele è stato ucciso da qualcuno, mentre lei non era in casa. Ma qualcosa, sin da subito, è sembrato essere contraddittorio, nelle parole della madre. Nonostante lei non ha mai confessato di aver ucciso il figlioletto e ancora oggi dichiara di essere innocente, la Corte di Cassazione nel maggio del 2008 la condannò definitivamente come “madre killer”. Secondo la Suprema Corte è lei e solo lei la colpevole del delitto del piccolo Samuele. Anna Maria Franzoni, nel giro di poco tempo, venne conosciuta in tutta Italia: il caso ebbe una rilevanza mediatica senza precedenti: in tutti i talk show non si parlava altro. Un po’ come è successo ultimamente con i delitti di Sarah Scazzi e di Yara Gambirasio. Oggi, 5 settembre 2012, si torna a parlare di Anna Maria Franzoni, perché il tribunale le ha negato i domiciliari. La donna resterà in carcere. Vediamo insieme quali sono le ultime notizie.Anna Maria Franzoni, condannata a 16 anni per l’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi resta in carcere perché il tribunale di Sorveglianza di Bologna le nega la detenzione domiciliare. La donna, tramite i suoi legali, aveva chiesto di scontare a casa il residuo pena per assistere uno dei due figli. Il tribunale ha detto no perche’ decaduta dalla potesta’ genitoriale. Gia’ a luglio la Cassazione aveva negato la possibilita’, per almeno i prossimi quattro anni, di permessi premio per uscire dal carcere, per la gravita’ del reato commesso. L’opinione pubblica, come sempre è stato sul caso del delitto di Cogne, ancora una volta si divide: non solo tra innocentisti e colpevolisti, ma anche tra chi crede che la decisione del tribunale sia giusta e chi invece avrebbe concesso i domiciliari alla Franzoni, per il bene del figlio.