Costa Concordia, il legale di Schettino contro De Falco
Il legale di Francesco Schettino non solo difende il suo assistito ma punta il dito contro la scarsa comprensione del comandante De Falco e la necessità che anche Costa venga indagato
Francesco Schettino, il comandante della Costa Crociera naufragata la sera del 13 gennaio, è agli occhi di tanti l’unico responsabile della tragedia, della morte di tanti passeggeri. Tra i pochi a difenderlo c’è ovviamente il suo legale che va oltre e indica il capitano De Falco come colui che di certo ha errato quella sera, e l’armatore Costa come soggetto che dovrebbe essere ugualmente indagato come il suo assistito.
Salvatore Parascandola è uno degli avvocati di Francesco Schettino, ospite di Radio24 ha prima ricostruito la dinamica del tremendo incidente e poi ha puntato il dito contro chi per molti risulta essere un eroe. Troppo facile per Parascandola la posizione di De Falco mentre “era dietro la sua brava scrivania”. Secondo lui ha sbagliato ad urlare aggredendo Schettino, avrebbe invece dovuto essere più comprensivo, capire la situazione e il momento critico in cui si trovava il comandante della nave. A far sparlare l’avvocato è l’accusa di abbandono della nave che starebbe provocando nell’imputato numero uno profondo dolore. Tale dolore, quindi l’accusa di abbandono, sarebbe la conseguenza della telefonata del comandante De Falco.
Inoltre , di Costa dice: “Mi meraviglio che Schettino sia il solo indagato. Costa è un grande armatore, ma Schettino è indagato pur essendo un grande capitano. Costa è un grande armatore, potrebbe essere indagato anche l’armatore”.
A tali affermazioni si contrappone la testimonianza di Gianluca Marino Cosentino, tenente di vascello e secondo ufficiale medico della Costa Concordia: “Personalmente mi ha molto sorpreso vedere Schettino in borghese sul molo verso mezzanotte e mezzo – poi prosegue – io so soltanto che tutto l’equipaggio era sui ponti accanto alle scialuppe pronto allo sbarco già da oltre mezz’ora… quando fu lanciato l’ordine di abbandonare la nave da una voce che “al 90%” non era quella del capitano… Come so per certo che ad arenarsi su quel benedetto scoglio la nave ce l’ha portata la Madonna. E’ stato un miracolo. Siamo vivi per miracolo. Potevamo essere morti tutti e 4mila. Bastavano 10 metri più al largo”.
siamo alle solite, c’è sempre il difensore (che si deve arrampicare sugli specchi)che attacca accusando ed infangando la persona che non è certo un eroe (quello caso mai è il giovane musicista che è morto cedendo il suo posto sulla scialuppa ad una donna con bimbo e poi anche altri soccorritori), ma un funzionario serio e diligente!!! c’è solo da vergognarsi!!!ma come doveva trattare un vigliacco che ha abbandonato sulla nave che dirigeva 4000 persone ?!!non dite che non era lucido!! ha trovato il tempo di mettersi in borghese per non farsi riconoscere!! lo trovo gravissimo!! poi anche se l’inchino era voluto non è certo colpa dell’armatore se lo spaccone lo ha fatto a riva!! bastava che guardasse (oltre le sexy ospiti) le carte nautiche e stesse un po’ più al largo e non succedeva niente!! è indifendibile!!! ma se la caverà con poco..fosse in america sarebbe già in prigione, ma qui in galera ci va solo chi ruba per fame!!! che diusgusto!!!!!!!!!
Dov’era de falco quando il 14 agosto la nave e’ passata a poco piu’ di cento metri vicino alla costa ad una velocita’ di 17 nodi? VERGOGNA de falco.