News e Cronaca

Roma, due detenuti evadono dal Regina Coeli

Evadono dal carcere di Roma Regina Coeli: si tratta di due stranieri, un romeno e un albanese, adesso ricercati. Si sarebbero calati giù dalla struttura, dopo aver segato le sbarre, unendo le lenzuola.


Sembra la scena di uno di quei film come “Romanzo Criminale”, per dirne uno, ma quello che stiamo per raccontare è avvenuto realmente, alle prime ore di questa mattina. Due detenuti sono evasi da una cella del carcere romano di Regina Coeli, lo ha fatto sapere la polizia. Si tratta di due stranieri che, dopo aver segato le sbarre, si sono calati a terra unendo le lenzuola. Secondo le ultime notizie, la fuga sarebbe stata scoperta alle otto e trenta di oggi. Sono un romeno e un albanese, rinchiusi nella seconda sezione dell’istituto, che sono riusciti a trovare il modo per evadere. “si sono dapprima calati dal terzo al secondo piano e poi, agganciandosi al muro di cinta, sono scesi all’esterno dandosi alla fuga”, riferisce il segretario generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci. “Questa evasione avviene in una struttura che presenta un elevato sovraffollamento di detenuti, grave carenza del personale di polizia penitenziaria e gravi carenze strutturali. Sono in corso le ricerche dei due detenuti evasi”, comunica il coordinatore regionale Fns Cisl Massimo Costantino. ”A Regina Coeli i detenuti hanno raddoppiato le presenza consentite superando del 25 per cento persino la capienza massima raggiungibile (1.180 presenti per 724 posti) – aggiunge il segretario generale dell’Osapp Beneduci – ma il vero problema riguarda la carenza di personale di polizia penitenziaria (oltre il 30 per cento), tant’è che i due detenuti si sono potuti agganciare al muro di cinta per poi calarsi nelle vicinanze di una delle garitte prive di sentinelle da tempo, proprio per la mancanza di addetti”. ”Nel frattempo è in atto nella capitale e nelle cittadine del litorale laziale – aggiunge – una vastissima operazione della polizia penitenziaria e delle forze dell’ordine per la cattura degli evasi ma l’episodio è significativo di come la tensione e i pericoli derivanti dall’attuale e grave emergenza penitenziaria non siano per nulla diminuiti e di quanto il governo – conclude il sindacalista – abbia ancora da fare rispetto alle esigenze, anche riorganizzative, del corpo di polizia penitenziaria”

 



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