Roberto Straccia ultime notizie: è mistero sugli sms cancellati
Le ultime notizie sulla morte di Roberto Straccia riguardano degli sms. Il giovane marchigiano di 24 anni, prima di scomparire, avrebbe cancellato tutti gli sms dal suo telefonino. Perché?
Proseguono le ricerche di Roberto Straccia, il giovane marchigiano, studente all’università “G. D’Annunzio” di Pescara, scomparso il giorno 14 dicembre mentre era a fare footing sul lungomare. Gli inquirenti non sottovalutano nessuna pista e adesso ci si focalizza sul suo cellulare. Ricordiamo che al momento della scomparsa Roberto aveva con sé solo le chiavi di casa e aveva detto ai suoi coinquilini che sarebbe tornato in tempo per fare la spesa e per cenare. Secondo le ultime notizie però, prima di uscire di casa per andare a correre sul lungomare, Roberto avrebbe cancellato tutti gli sms dal suo cellulare. Perché? Questo elemento porta gli inquirenti a prendere in considerazione l’ipotesi del suicidio. Inoltre, in passato il giovane avrebbe sofferto di amnesie. Vediamo le ultime notizie.Il padre di Roberto si mostra sconfortato: “Sono passati troppi giorni, comincio a perdere le speranze”, ha detto. Dunque le ipotesi potrebbero essere due: o Roberto si è suicidato, oppure ha avuto un’amnesia. Ma rimane anche il mistero sull’Ipod dello studente: l’apparecchio, unico oggetto che Roberto aveva con sé e che lascia tracce come un cellulare, sembra sparito. La famiglia continua le ricerche, aiutata dagli amici di Roberto. “Non riesco proprio a capire cosa possa essere successo” dice il padre del ragazzo. Prendendo in considerazione l’ipotesi di un suicidio, è venuta fuori anche la fine di una relazione con una ragazza del suo paese: ma amici e parenti escludono fortemente che il ragazzo marchigiano fosse depresso. Continuano intanto gli avvistamenti del giovane e le segnalazioni ai carabinieri ma finora nessuna segnalazione ha portato una novità anzi, gli avvistamenti rischiano di creare più caos nelle ricerche del giovane Roberto Straccia. I compagni di università di Roberto gli hanno scritto una lettera, di cui riportiamo un pezzo: «Riferite a noi o alle forze dell’ordine tutto ciò che sapete», scrivono, «che avete visto o che eventualmente vedrete, anche ciò che vi potrebbe sembrare irrilevante. Soprattutto, però, vi domandiamo di fermarlo e intrattenerlo. Siamo certi del vostro appoggio e ve ne siamo grati. Noi abbiamo bisogno di lui, abbiamo bisogno che lui torni, abbiamo bisogno della sua solarità e del suo immenso cuore. Questo non è il nostro punto di arrivo ma di partenza. Non ci fermeremo». I ragazzi conoscono Roberto da circa quattro anni, «abbiamo cominciato con lui l’esperienza universitaria», raccontano, «e insieme abbiamo mosso i primi passi verso quello che sarà il nostro primo traguardo di vita. Lui questo traguardo lo sta raggiungendo, sta per laurearsi grazie a tanta determinazione e sacrifici. Roberto ha sempre aiutato noi a non mollare mai, di fronte a qualsiasi difficoltà, di fronte a qualsiasi esame che ci sembrava impossibile da superare». «Lui c’è, lui c’è sempre stato, per poche persone, perché i suoi affetti sono veri, sinceri; non si circonda di affetti ipocriti o deboli, non ne è capace. Ci ricordiamo le prime volte in cui lo abbiamo visto a lezione, con la sua carnagione così scura, con i suoi folti capelli neri…è bastato soltanto guardarlo negli occhi e vedere il suo sorriso per capire la persona pura e speciale che è. Tra serate trascorse insieme, noiose ore di lezione, lavori di gruppo…pian piano abbiamo capito che non avremmo potuto più fare a meno di lui e che sarebbe diventato un nostro punto di riferimento, perché in lui di instabile non c’è nulla».