News e Cronaca

Michele Zagaria arrestato: ora è caccia al suo esercito

Si chiude la caccia a Michele Zagaria, si apre quella al suo esercito: secondo i magistrati sarebbero almeno 100 i camorristi a lui fedeli, a piede libero. L'obiettivo delle forze dell'ordine è trovare anche loro. Nel frattempo, a Casapesenna, prevale la rabbia. Nessuno festeggia per la cattura del boss del clan dei Casalesi


Dopo l’arresto di Michele Zagaria, è stata aperta la caccia al suo esercito. Sotto il boss del clan dei casalesi infatti, ci sarebbero almeno cento uomini, al suo servizio: si tratta dei “fedelissimi di Capastorta”. E’ stato un inquirente specialista in indagini sulla camorra, il pubblico ministero Catello Maresca, a fare una stima del numero dell’esercito di Zagaria, dopo esser tornato nel covo di Casapesenna alla ricerca di elementi utili per le indagini. Si sta già cercando di capire, infatti, chi potrebbe essere il successore di “Capastorta”, questo il soprannome di Zagaria. Si cerca di capire quale sarà il nuovo padrino pronto alla scalata al verice dei Casalesi. E per capirlo bisogna trovare l’esercito di Zagaria, composto da circa cento uomini.In vico Mascagni, nella villetta-bunker, gli inquirenti continuano ininterrottamente a cercare tracce degli affari del capoclan. Dai primi accertamenti è venuto fuori che la ristrutturazione dell’immobile risale al 2009, quando il proprietario fece costruire anche la stanza mobile, una sorta di ripostiglio-lavanderia che scorre su due binari fino ad arrivare a circa cinque metri di profondità. Ed era lì, cinque metri sotto terra, troppo lontano dalla luce del sole, che si nascondeva Michele Zagaria. Da almeno due anni viveva lì, secondo il magistrato inquirente. Ma oggi basta guardare a Zagaria, bisogna andare avanti, e il magistrato guarda avanti: guarda a quei cento camorristi ancora liberi. L’arresto di Zagaria ha aperto la caccia. Nel frattempo, a Casapesenna, prevale la rabbia. La gente sembra esser arrabbiata per la cattura di Michele Zagaria e invita i giornalisti a scrivere che sono molto dispiaciuti. Nella piazza del paese, Mario prova a spiegare il loro ‘ci dispiace’ racchiudendolo in una frase: “Qui il lavoro non c’è e chi ha fame inizia a mordere”. Quindi, “è normale che si è disposti anche a lavorare per la camorra”. E poi ancora, “ora che hanno arrestato Michele Zagaria, chi ci darà il pane?”. Niente festa, dunque: ora Casapesenna deve fare i conti con quello che si potrebbe finanche definire “l’indotto” della camorra, che rischia di non esserci più. Zagaria viene definito “il poveretto che lo Stato ha bloccato”, un “amico di tutti che faceva del bene”.



Seguici

Seguici su

Google News Logo


Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.