Palermo, ucciso boss Giuseppe Calascibetta: è guerra di mafia?
La mafia colpisce ancora – E’ stato ucciso ieri sera il boss Giuseppe Calascibetta sotto casa sua, a Belmonte Chiavelli, in via Bagnera 16. Erano le 20:30 quando Calascibetta stava rientrando a casa, dopo aver comprato il pane, con la sua minicar. Lì qualcuno lo attendeva, e al rientro del boss sono stati esplosi numerosi colpi: solo […]
La mafia colpisce ancora – E’ stato ucciso ieri sera il boss Giuseppe Calascibetta sotto casa sua, a Belmonte Chiavelli, in via Bagnera 16. Erano le 20:30 quando Calascibetta stava rientrando a casa, dopo aver comprato il pane, con la sua minicar. Lì qualcuno lo attendeva, e al rientro del boss sono stati esplosi numerosi colpi: solo due sono stati fatali, avendolo colpito alla testa. Al momento non si sa chi sia stato ad aprire il fuoco contro il boss 60enne Calascibetta. Alcuni testimoni avrebbero riferito alle forze dell’ordine di aver udito il rombo di una moto, ma non sono state date altre informazioni al riguardo, forse per paura.
La squadra Omicidi della sezione mobile ipotizza che i sicari di Calascibetta abbiano scagliato i colpi contro di lui quando ha rallentato in prossimità di casa sua. L’accaduto è emerso dieci minuti più tardi, quando una persona di passaggio ha chiamato i soccorsi pensando che l’uomo si fosse sentito male: non aveva visto le ferite di arma da fuoco sul volto del boss.
Si teme una guerra di mafia – L’uccisione del boss Giuseppe Calascibetta getta sulla città l’ombra di una nuova guerra di mafia. Il pericolo viene denunciato dai carabinieri, dagli investigatori di polizia e dalla Procura antimafia. A parlare è Ignazio De Francisci, procuratore aggiunto: “Quello di ieri sera è un segnale allarmante. Non è esclusa la possibilità che la mano del delitto sia arrivata da un altro mandamento – e continua – in questo caso, saremmo di fronte a movimenti a livello apicale nell’ambito di Cosa nostra palermitana“.
Giuseppe Calascibetta è stato protagonista di diversi processi per mafia – Calascibetta era stato coinvolto nella strage di Via D’Amelio, ma in seguito era stato assolto. Sembrava che la vittima non facesse più parte dell’ambiente mafioso, occupandosi invece di un’azienda che commercializza gesso. Ma dopo l’omicidio di ieri, tutto fa pensare che l’azienda di famiglia non fosse altro che una copertura per ben altro tipo di affari.
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