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Lecce, violenza su due minorenni a Melpignano

La cronaca ci propina sempre più criminali minorenni. Una vera piaga per la società, ma soprattutto per chi deve subire la violenza da chi, poi per legge, non pagherà per il danno fisico e soprattutto morale delle vittime. Quello accaduto a Melpignano, in provincia di Lecce, è un caso non così poco frequente come vorremmo. […]

La cronaca ci propina sempre più criminali minorenni. Una vera piaga per la società, ma soprattutto per chi deve subire la violenza da chi, poi per legge, non pagherà per il danno fisico e soprattutto morale delle vittime.

Quello accaduto a Melpignano, in provincia di Lecce, è un caso non così poco frequente come vorremmo. A pubblicare la notizia, il Nuovo Quotidiano Puglia che riporta i fatti avvenuti in una comitiva di minorenni.

Due ragazzine di 13 e 14 anni, avrebbero subito violenza di gruppo da quelli che, fino a poco tempo prima, avevano considerato loro compagni di svago che si sono trasformati in un branco. I ragazzi sarebbero sette e avrebbero tutti tra i 15 e i 16 anni. Secondo il racconto delle ragazzine, che si sono confidate con i genitori dopo l’ennesima violenza, i ragazzi avrebbero voluto punire entrambe perché avevano deciso di abbandonare la comitiva.

I sette giovani, non contenti della scelta delle due ragazzine, che da giugno avevano cominciato ad evitarli, hanno cominciato a perseguitarle e a usare violenza contro di loro, forti del fatto che erano in sette contro due. L’ultimo episodio è avvenuto il 30 luglio scorso, quando le due ragazze erano uscite per una passeggiata. Individuate dal gruppo, sono state seguite, riuscendo ad accerchiarle in una via buia. Qui, mentre alcuni le tenevano, su una panchina, si è consumata l’ennesima violenza. I ragazzi infatti, contro la volontà delle due ragazze, avrebbero compiuto atti sessuali, impedendo loro di scappare. Ritrovatesi senza via d’uscita, le ragazzine hanno deciso di raccontare tutto ai genitori i quali hanno immediatamente sporto denuncia contro i giovani.

Il magistrato ha affidato le due ragazzina a uno psicologo e uno psichiatra, perché eseguissero su entrambe degli esami specifici, ma nel fascicolo aperto contro i ragazzi, c’è anche un inquietante biglietto, trovato a casa di una delle ragazzine, su cui è scritto “guai se parlate”. Secondo quando raccontato ai carabinieri, il bigliettino è stato infilato sotto la porta, poi qualcuno ha suonato il campanello ed è subito fuggito via.

Una minaccia che sa tanto di criminale, ma non quello di bravate, quanto quello organizzato, dove la paura è fonte inesauribile del crescente tasso di delinquenza che registra il nostro paese, soprattutto sui crimini, cosiddetti minori, i quali prevedono solo un breve periodo di reclusione, senza contare che sempre più spesso ad attuare questi crimini, sono minorenni che non sanno come passare il proprio tempo.

Teresa Corrado

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