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Sarah Scazzi, a un anno dalla sua morte parla la madre: “Voglio vedere Misseri”

E’ passato un anno da quel 26 agosto 2010, giorno pigro d’estate in cui Sarah Scazzi scomparve nel nulla. Sono iniziate in questo giorno, un anno fa, le ricerche disperate di una madre che cerca la sua bambina 15 enne, che crede scappata via di casa per una crisi adolescenziale. Ma Sarah in realtà, quel […]

E’ passato un anno da quel 26 agosto 2010, giorno pigro d’estate in cui Sarah Scazzi scomparve nel nulla. Sono iniziate in questo giorno, un anno fa, le ricerche disperate di una madre che cerca la sua bambina 15 enne, che crede scappata via di casa per una crisi adolescenziale. Ma Sarah in realtà, quel giorno fu rapita e uccisa. Secondo i giudici, a toglierle la vita sarebbero stati i suoi parenti: i pm credono infatti che la cugina Sabrina Misseri e la zia (madre di quest’ultima) Cosima Serrano l’abbiano uccisa, e che lo zio Michele Misseri (marito di Cosima e padre di Sabrina) avrebbe aiutato queste due a sbarazzarsi del cadavere, gettando la piccola Sarah in una cisterna, in cui verrà ritrovata solo 40 giorni dopo. A distanza di un anno da tutto questo, Concetta Serrano, madre di Sarah e sorella di Cosima, si dice pronta a incontrare Misseri, l’unico fuori dal carcere.

Concetta Serrano in un’intervista al quotidiano La Repubblica, afferma: “Lo sto ancora aspettando. Casa mia è qui. Ma io voglio la verità. Se deve continuare a ribadire le sue frottole può starsene tranquillamente da solo o con la sua famiglia“. Dopo di che Concetta, ferita, parla di giustizia umana e di giustizia divina, dicendo che la giustizia umana non prevede la pena adeguata per scontare una colpa così grave: secondo Concetta neanche la pena capitale basterebbe, “Perchè se Sabrina pagasse con la vita quello che ha fatto questo non potrebbe restituirmi la mia Sarah“. Aggiunge che quella famiglia – rivolgendosi ai Misseri – è stato in grado di calpestare sentimenti nobili: Sarah li amava, e loro l’hanno uccisa. Concetta è una donna ferita, che si sente tradita dalle sue sorelle e, soprattutto, da Cosima: “Le avevo affidato con fiducia la mia bambina, e nella sua casa è stata uccisa senza pietà“.

 

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