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Silvia Ruotolo è una delle vittime innocenti della camorra

Sono passati 14 anni da quando l’11 giugno del 1997 veniva uccisa Silvia Ruotolo, una mamma innocente, trovatasi tra i proiettili destinati ad un camorrista. Era l’ora di pranzo e Silvia Ruotolo tornava a casa dopo essere andata a prendere suo figlio Francesco di 5 anni a scuola, che stava con lei. Dovevano pranzare e […]

Silvia Ruotolo

Sono passati 14 anni da quando l’11 giugno del 1997 veniva uccisa Silvia Ruotolo, una mamma innocente, trovatasi tra i proiettili destinati ad un camorrista.

Era l’ora di pranzo e Silvia Ruotolo tornava a casa dopo essere andata a prendere suo figlio Francesco di 5 anni a scuola, che stava con lei. Dovevano pranzare e ad aspettarli a casa, c’era l’altra figlia più grande Alessandra che aveva all’epoca 10 anni e che aspettava affacciata al balcone. Una giornata come tante, in cui si vedono mamme davanti alla scuola e che poi si avviano verso casa.

Mamma e figlio stanno attraversando Salita Arenella nella zona Vomero, a Napoli, una delle zone popolari della città, quando un commando spara 40 colpi contro due pregiudicati in sella a una moto, Salvatore Raimondi, uno dei due, muore. Ma i proiettili raggiungono anche Silvia Ruotolo che viene colpita alla testa, per lei non c’è nulla da fare. Resta ferita anche un’altra persona Luigi Filippini, che aiuterà molto gli inquirenti a far luce sulle persone che hanno sparato all’impazzata.

Il caso di Silvia Ruotolo, cugina del giornalista Sandro Ruotolo, sconvolge l’opinione pubblica e fa risaltare il problema sulla gravità del fenomeno camorra in Campania, in quel periodo in piena guerra fra clan.

Oggi a ricordare quel tragico avvenimento ed anche tutte le vittime innocenti della camorra, a piazza Medaglie d’Oro, nei giardini intitolati alla donna, si sono riuniti non solo il marito Lorenzo Clemente e i due figli, ma anche il neo sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il governatore campano Stefano Calderolo, esponenti delle associazioni contro la camorra e delle vittime innocenti della camorra, oltre a magistrati che lottano in prima linea contro associazioni malavitose e personaggi quali don Tonino Palese sempre in prima linea.

Sulla lapida che ricorda la donna, è stata deposta una corona di fiori e il ricordo di Silvia è stato affidato alle amiche che hanno usato parole toccanti ma anche dure. Una di loro ha sottolineato che la giustizia “non è solo mettere dentro i responsabili. Giustizia è far funzionare questa città.” Anche il governatore della Campania ha sottolineato che questa è una terra difficile, dove la violenza non si ferma solo a Napoli, ma colpisce anche i piccoli centri, lo sottolineano gli avvenimenti come la morte del sindaco nel Cilento. L’impegno contro la camorra è duro e va affrontato con la collaborazione di tutti, perché scene del genere finiscano e la Campania sia restituita ai cittadini onesti.

Teresa Corrado

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