Sarah Scazzi ultime notizie: Cosima Misseri non provava emozioni (video)
I magistrati di Taranto hanno le idee chiare, e man mano che le ore passano il quadro dell’omicidio della piccola Sarah, uccisa ad Avetrana il 26 agosto 2010, si fa sempre più nitido: “Cosima era presente, mentre Sabrina con una cintura la strangolava, ma non intervenne e non fece nulla per fermarla”. Cosima era […]
I magistrati di Taranto hanno le idee chiare, e man mano che le ore passano il quadro dell’omicidio della piccola Sarah, uccisa ad Avetrana il 26 agosto 2010, si fa sempre più nitido: “Cosima era presente, mentre Sabrina con una cintura la strangolava, ma non intervenne e non fece nulla per fermarla”.
Cosima era in casa quel giorno, forse a pochissima distanza, e in quella casa Sarah fu strangolata, tra le 14 e le 14,20, con una cintura che non è mai stata trovata. A ucciderla la cugina Sabrina, 23 anni, per futili motivi di gelosia verso Ivano Russo, per le attenzioni che il suo amato aveva dedicato alla cuginetta quindicenne. L’accusa prende forma anche grazie alle centinaia di sms inviati da Sabrina al ragazzo, e sembra che il delitto ruoti solo attorno a questo amore non corrisposto.
Cosima, arrestata l’altra sera, è accusata di concorso morale nell’omicidio per non avere impedito alla figlia di uccidere la cugina, e di soppressione di cadavere. Sabrina, in carcere, ha ricevuto un nuovo provvedimento, è sotto accusa per omicidio volontario (e non premeditato come emerso in un primo momento) e soppressione di cadavere.I fatti, sono tragicamente raccontati nelle 90 pagine di ordinanza scritte dal gip, Martino Rosati, e sinteticamente sono così espressi: Sarah fu uccisa in casa e non in garage; Cosima e Sabrina istigarono le operazioni di occultamento del corpo affidate al marito e padre, Michele; Cosima ha mentito sulla presenza in garage quel giorno; Cosima e Michele, i coniugi Misseri, hanno mentito sulla porta interna di comunicazione con il garage che affermavano inutilizzabile e sbarrata; Cosima avrebbe tentato di convincere Michele, in carcere, ad accollarsi l’intera responsabilità dell’omicidio, salvando Sabrina.
Madre e figlia hanno agito con dolo.
I magistrati sono convinti anche che, mamma e figlia, richiamarono Sarah, che in un primo momento si era allontanata dalla villetta di Avetrana, per ricondurla all’interno della casa dove fu uccisa. La tesi sarebbe anche stata confermata dalla testimonianza di un fioraio che, in un primo momento, aveva raccontato di Cosima che prendeva per i capelli la nipote e la caricava in auto. Poi il commerciante aveva affermato di avere “sognato” tutto. Secondo l’ordinanza resta limitato il ruolo di zio Michele al quale fu imposto di fare sparire il corpo.
Cosima è incastrata, non solo dai rilievi tecnici, ovvero celle telefoniche e mappatura dei cellulari, ma ora ci sono anche intercettazioni ambientali che testimoniano i tentativi della donna di “convincere” il marito a scagionare Sabrina; quelle che riguardano la porta interna del garage registrate durante un colloquio, in carcere, tra i coniugi Misseri e l’ultima relativa a un colloquio solitario di zio Michele in auto prima della confessione, mentre diceva fra sé: “Adesso li scoprirò. Mi dispiace per la mia famiglia”. E fa riferimento esplicito alla figlia che i pm individuano in Sabrina visto che l’altra, Valentina, vive a Roma.
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