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Proteste degli indignati in Spagna: in Italia sarebbe possibile?

Ma perchè non ci “indignamos” pure noi? Puerta del Sol. Da qui è partita la manifestazione dei ragazzi spagnoli, autodefinitisi il movimento del 15M, dalla data di inizio della protesta, il 15 maggio scorso. Perchè protestano gli indignados spagnoli? Per il futuro precario e la mancanza di prospettive. Questi sono i motivi alla base della […]

Ma perchè non ci “indignamos” pure noi?

Puerta del Sol. Da qui è partita la manifestazione dei ragazzi spagnoli, autodefinitisi il movimento del 15M, dalla data di inizio della protesta, il 15 maggio scorso.

Perchè protestano gli indignados spagnoli? Per il futuro precario e la mancanza di prospettive. Questi sono i motivi alla base della protesta degli indignati spagnoli.

Il miracolo concretizzatosi nella protesta di Puerta del Sol, è l’assenza assoluta di bandiere, di nessun colore e di nessun movimento politico.

Il simbolo utilizzato sono dei semplici, quanto emblematici palloncini bianchi.

Bianco è il colore della resa? Forse, ma è anche il colore della purezza.

Gli occhi degli indignados sono puri, sono gli occhi di tutti noi, preoccupati per un futuro quantomai in bilico.

Il governo spagnolo ha preferito non intervenire e sedare la protesta, perchè pacifica ma soprattutto priva di appartenenze ai partiti politici. Allora la domanda che sorge è: in base a quale partito politico di appartenenza, il governo di Zapatero sarebbe intervenuto?

Rimanendo nell’atroce dubbio, certo è che i ragazzi spagnoli hanno creato un caso, hanno in un certo senso concretizzato un utopia che in altri paesi del mondo difficilmente si potrebbe realizzare.

Giovani e non, tutti insieme nelle principali piazze spagnole per gridare la loro voglia di riscatto, per farsi sentire dinanzi a governanti che giustificano nella crisi, la loro inettitudine a dare ciò a cui tutti noi aspiriamo, ma soprattutto ciò che deve esserci dato di diritto: il lavoro.

In Italia è possibile una simile ventata di aria pura?

Certo, la nostra suprema carta costituzionale si apre proprio sancendo il lavoro come uno dei capisaldi su cui si fonda la nostra beneamata Repubblica. Così fin dal 1948. E nel 2011?

Nei mesi scorsi, dinanzi alla mancanza di lavoro e di prospettive per il futuro, si sono viste manifestazioni titolate “Mai più precari”. Peccato che fossero organizzate da coloro che sotto il vanto di tutelare lavoratori e non, di fatto sui lavoratori hanno imbandito i loro pasti pantagruelici. La Costituzione è di tutti, non è uno strumento a disposizione di un partito o di quell’altro, non deve assolutamente essere il mezzo per porre questioni in seno al Parlamento. La Costituzione non deve essere toccata!Guai a chi lo fa! Sì, ma chi la rispetta? Chi l’ha mai rispettata?In passato e anche nel presente s’intende. Coloro che oggi la sbandierano in nome di giovani  che non hanno risorse per creare il loro futuro, coloro che lottano per debellare il virus del “precariato”, sono quelli che un lavoro precario non lo hanno mai assaporato. La libertà di manifestazione è sacrosanta sì, ma attenzione al capobanda che monta la protesta.

E’ paradossale se chi organizza una manifestazione per il nostro futuro, ci chiede il pagamento di una tessera da rinnovare annualmente.

Il diritto al lavoro diventa una raccolta punti. A quota mille, il premio è un giro in barca a vela con il segretario della Cgil, Susanna Camusso, visto che è il suo hobby preferito?

A questo punto, meglio il pulloverino (finto) infeltrito di quel metalmeccanico furbacchione di Marchionne?

Alessandra Caparello

 

 

4 responses to “Proteste degli indignati in Spagna: in Italia sarebbe possibile?

  1. Io penso che in Italia non sarebbe possibile.
    Certo, molti dicevano così anche in Spagna, prima del 15 maggio: ho letto molti commenti in giro per la rete di spagnoli increduli che pensavano che ai loro concittadini non importassero che il calcio e i reality show (come nel nostor paese, insomma). Però ci tengo comunque a motivare la mia opinione.

    Il movimento spagnolo è qualcosa di nuovo nelle forme di espressione ma anche nella pratica (occupare una piazza a oltranza era una cosa impensabile) ma non per questo privo di precedenti o meglio di movimenti fratelli o precursori: sono quei movimenti che si propongono la ristabilizzazione della parità tra tutti i cittadini, combattendo in primo luogo le oligarchie, le élite e le lobby. Chiamiamoli pure movimenti civici.
    Ci sono molti movimenti civici, per esempio in Italia il più grosso è quello dei grillini o movimento 5 stelle.

    Bene, in Italia questi movimenti non si sognerebbero mai di occupare le piazze del paese per due motivi:
    -scelgono la via della rappresentanza politica in un sistema che, per come è strutturato, impedisce la rappresentanza stessa;
    -quando parlano di sistema marcio si riferiscono alla corruzione della politica, ma gli mancano i contenuti per proporre la revisione dell’intero sistema economico, perchè non si rendono conto che la corruzione politica è una semplice manifestazione contingente del neoliberismo.

    Bene, gli spagnoli elaborano e propongono qualcosa dalle piazze, memori dei temi cari all’altermondialismo e allo sviluppo sostenibile: non si limitano a lamentarsi, ma propongono.
    Gli italiani sono civicamente pigri e quindi in un movimento civico la protesta è limitata alla lamentela.

    Mi scuso per la prolissità, ma in sostanza quello che volevo dire l’ho detto, ovvero: cazzo, quando occupi una piazza devi essere sicuro di quello che fai; e se non hai contenuti alternativi all’esistente non sarai mai abbastanza sicuro.

  2. Piero non so da dove scrivi, ma a Roma ci stiamo organizzando è da domenica che facciamo assemblee e domenica scendiamo in piazza….non siamo per niente pigri io finisco di lavorare alle 20 e la sera raggiungo le assemblee nei luoghi decisi, non serve essere prolissi serve agire!

  3. Ciao Ilaria, io scrivo da Pisa, dove studio anche se sono di Ragusa.
    Mi fa piacere apprendere che percepisci e partecipi a un certo fermento. Io però non intendevo dire che gli italiani sono pigri e quindi i giovani sono svogliati e non faranno niente (anzi, io stesso sono stato per molto tempo impegnato e attivo).
    Volevo solo dire che non esistono i presupposti culturali per occupare tutte le piazze del paese, perchè ancora non c’è una reale alternativa all’esistente (ti prego, se c’è ed è condivisa mettimene al corrente, mi renderesti solo felice).
    Inoltre pare che non ci sia molta informazione sulla questione: né su facebook né su blog o pagine di informazione alternativa trovo cenni di rivoluzione o anche si minima elaborazione politica della condizione attuale.
    Attendo con interesse una tua risposta.

  4. Ciao Piero, scrivo da Firenze.
    sono d’accordo sul fatto che in Italia non è ancora abbastanza diffusa una cultura della decrescita, dell’altermondialismo e di una visione di un’alternativa possibile al liberismo, e prima ancora al socialismo classico, allo sviluppismo e allo statalismo precedenti. quando si montano le proteste si chiede giustamente lavoro, ma per arrivarci c’è bisogno di una redistribuzione democratica che gli italiani medi non sono disposti ad accettare.
    Ma sul movimento a 5 stelle c’è qualcosa che non capisco (premesso che non ne faccio parte): non mi piace come spesso criticano quello che sta sorgendo di positivo(de Magistris, per esempio) ma fondamentalmente condivido le loro istanze. Secondo te non è possibile creare delle liste civiche dove sia i candidati sia i programmi sono decisi dal basso al di là della legge porcellum e dei compromessi lobbistici? Io penso che possa essere un buon inizio per cominciare a cambiare le cose, forse è un processo troppo lento (diventeranno determinanti forse fra 10 anni, e chissà dove saremo fra 10 anni…) ma non impedisce di far riscoprire la partecipazione e magari anche occupare le piazze. E poi non ci sono soltanto loro…
    http://www.youtube.com/watch?v=3z9uyQ6rRNw
    Saluti

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