Omicidio Marta Russo: risarcimento record per i familiari
Era da tanto che non si sentiva più parlare del famigerato omicidio di Marta Russo, la ragazza che nel 1997 fu uccisa a bruciapelo con un colpo di pistola mentre passeggiava per l’università in compagnia di una sua amica. All’epoca dei fatti furono accusati due ricercatori universitari, Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro. Oggi, i due […]
Era da tanto che non si sentiva più parlare del famigerato omicidio di Marta Russo, la ragazza che nel 1997 fu uccisa a bruciapelo con un colpo di pistola mentre passeggiava per l’università in compagnia di una sua amica. All’epoca dei fatti furono accusati due ricercatori universitari, Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro. Oggi, i due imputati sono stati condannati a risarcire il danno ai familiari della vittima per la sua morte. L’ammontare della cifra è di circa un milione di euro, è questo quanto devono secondo il Tribunale Civile di Roma. Marta Russo, ricordiamo, era una studentessa della prestigiosa Università La Sapienza di Roma ma, la sua giovane vita e la sua carriera furono spezzate ingiustamente il 9 maggio del 1997, quando venne raggiunta da un colpo di pistola alla nuca che la colpì a morte. Subito dopo fu trasportata in ospedale ma per lei non ci fu più nulla da fare e si spense il 14 maggio di quell’anno.
Il caso divenne presto un fenomeno mediatico, proprio per la sua gravità questa morte, entrò nelle coscienze di tutti gli italiani. Gli inquirenti, aiutati anche da una strumentazione particolare, ricostruirono la scena del delitto arrivando a comprenderne la soluzione. Dalle indagini risultò che il colpo partì da una stanza dove abitualmente si ricevevano gli studenti di filosofia del diritto. Dagli interrogatori fatti agli studenti, emerse che i principali indagati potessero essere due ricercatori universitari, Scattone e Ferraro, i quali erano alla continua ricerca del cosiddetto delitto perfetto e molto probabilmente avevano preso di mira Marta e l’avevano utilizzata come vittima prescelta per dare ipotesi certe alle loro ricerche. Nonostante il loro continuo proclamarsi innocenti, i due nel 2003 furono condannati dalla Cassazione. Per Scattone cinque anni e quattro mesi, per Ferrano quattro anni e due mesi. Oggi la notizia del risarcimento del danno. Se non altro i parenti possono affermare che giustizia è stata fatta anche se nessuno potrà far ritornare in vita la povera Mara Russo.
Giselda Cianciola