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Annamaria Franzoni condannata per calunnia

Tutti ricordiamo Annamaria Franzoni, la mamma del piccolo Samuele, ucciso a Cogne, in un giorno che sembrava un giorno normale, d’inverno, ma che così non è stato. Samuele Lorenzi, figlio di Annamaria Franzoni, fu ucciso il 30 Gennaio del 2002, nella villetta di famiglia, alle 8.30 di mattina, orario in cui tutte le mamme si […]

Tutti ricordiamo Annamaria Franzoni, la mamma del piccolo Samuele, ucciso a Cogne, in un giorno che sembrava un giorno normale, d’inverno, ma che così non è stato. Samuele Lorenzi, figlio di Annamaria Franzoni, fu ucciso il 30 Gennaio del 2002, nella villetta di famiglia, alle 8.30 di mattina, orario in cui tutte le mamme si preparano per portare i figlioletti a scuola. Annamaria Franzoni fu da subito sospettata di aver commesso il delitto, anche se lei lo ha sempre negato. Ma non solo. Oltre a negare di esser stata lei ad uccidere Samuele, trovando diversi alibi poi di fatto smentiti dalle prove dei Ris, la Franzoni all’epoca aveva anche calunniato un suo compaesano e vicino di casa, come autore del delitto del figlioletto Samuele Lorenzi.

Attualmente la madre del piccolo è in cella, per gli inquirenti è lei la colpevole dell’orribile uccisione di Samuele. Ma adesso su di lei gravano anche altra accuse, in riferimento alla calunnia nei confronti del vicino di casa. Dovrà scontare una pena di un anno e quattro mesi, così come ha detto oggi il giudice Roberto Arata del tribunale di Torino.

Annamaria Franzoni, dunque è stata riconosciuta colpevole di calunnia in concorso con altri non identificati (così come recitava il capo d’accusa): ricordiamo che il 31 luglio 2004 dopo ben due anni dall’omicidio di Samnuele e dopo qualche giorno dalla condanna della Franzoni in primo grado, Carlo Taormina, legale della Franzoni all’epoca dei fatti, depositò una sentenza in cui si invitavano gli inquirenti a indagare sul conto di Ulisse Guichardaz, un vicino di casa.

Al processo inoltre, c’era un secondo imputato: il fotografo Eric Durst, il quale nel 2004 partecipò insieme ad altri collaboratori dell’avvocato Taormina, a un sopralluogo nella villetta: una sua impronta digitale, lasciata su uno stipite, fu uno degli indizi che la difesa della Franzoni aveva preentato per scagionare l’assistita. Per lui la condanna è a otto mesi con la condizionale.

Sara Moretti

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