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Rogo della Moby Prince: 20 anni dopo si attende giustizia

Era la notte del 10 aprile 1991 e improvvisamente, l’inferno si spalancò sul mare di Livorno: un traghetto della Nav.Ar.Ma.,  il “Moby Prince” entrò in rotta di collisione con la petroliera Agip Abruzzo, provocando un incendio di proporzioni immani in cui persero la vita tutti e 140 i passeggeri del traghetto, tutti escluso il giovane […]

Era la notte del 10 aprile 1991 e improvvisamente, l’inferno si spalancò sul mare di Livorno: un traghetto della Nav.Ar.Ma.,  il “Moby Prince” entrò in rotta di collisione con la petroliera Agip Abruzzo, provocando un incendio di proporzioni immani in cui persero la vita tutti e 140 i passeggeri del traghetto, tutti escluso il giovane mozzo Alessio Bertrand, che per salvarsi si gettò in mare, scavalcando i corpi delle vittime carbonizzate.

A venti anni di distanza dal tragico rogo, le inchieste della magistratura nonhanno ancora fatto chiaramente luce sulle cause del disastro: a varie riprese si è parlato di errore umano, di condizioni meterelogiche avverse (banco di nebbia in porto), di un danno al timone della petroliera, di una nave fantasma che a tutt’oggi manca all’appello,  di inequivocabile e grave ritardo nei soccorsi a causa di una partita di calcio molto attesa e trasmessa in tv proprio durante quella notte fatale  (nella realtà dei fatti la nave traghetto venne lasciata in balia delle fiamme, mentre la petroliera e il suo equipaggio furono prontamente aiutati), di attentato, di un traffico di armi illecito avvenuto quella sera nelle acque del porto livornese.

Una tragedia che ancora oggi non ha un colpevole, un mistero che con il passare degli anni è destinato  sempre più ad infittirsi, nonostante le pressanti richieste dei parenti e familiari delle vittime, tutti riuniti in un’associazione con lo scopo di ottenere finalmente giustizia e verità.

Una verità ancora lontana da venire, nonostante la magistratura si sia già pronunciata in merito: il disastro avvenne per le pessime condizioni meterologiche e da un errore umano, provocato dalla stessa Moby Prince che si trovava in mare senza rispettare le più banali regole di sicurezza.

In questo triste anniversario, vogliamo oggi ricordare non solo le 140 innocenti vittime del disastro, ma anche l’unico superstite del rogo, il mozzo Alessio Bertrand: oggi vive in provincia di Napoli, è invalido all’80% ed il ricordo di quella notte di orrore e d’inferno non lo abbandona nemmeno per un istante e nemmeno di notte, quando il rumore delle onde del mare si rifà sentire insieme alle urla dei passeggeri di quel tragico naufragio.

(immagine tratta dal sito www.obiettivotre.com)

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