Carlo Giuliani, la Corte Europea assolve l’Italia
Sono passati dieci anni da quel giorno del 2001 in cui Genova ha visto strappare via una giovane vita nel corso del G8. Si trattava di Carlo Giuliani, un manifestante 23enne che fu ucciso dalle forze dell’ordine. Fu un avvenimento che fece discutere molto: nei giorni degli scontri a Genova, si verificarono sfondamenti di vetrine, […]
La vicenda ha avuto ampia eco nel dibattito politico nazionale. Per la sinistra è divenuta la dimostrazione dell’incapacità e della brutalità con cui il governo avrebbe gestito la piazza a Genova, culminate in questo fatto estremo; per la destra è divenuta la dimostrazione delle conseguenze cui porterebbero l’asserita violenza e pericolosità delle manifestazioni del movimento no global.
Oggi, dopo dieci anni si è espressa la Corte Europea, affermando che non ritiene responsabile lo stato italiano per la morte di Giuliani. Così commenta la notizia il padre del ragazzo ucciso: ”E’ una brutta notizia ma non è l’unica che ci è arrivata in questi dieci anni e tuttavia non ci fermiamo, abbiamo ancora uno strumento che è la causa civile, sperando che nessuno voglia pensare che intendiamo rifarci sul cosiddetto povero carabiniere“. “Faremo la causa civile perché è l’unico strumento per avere un dibattimento in un aula di tribunale“, ha aggiunto Giuliani dichiarando che in quell’occasione porteranno tutta la documentazione che dimostrerà “come le cose che sono state dette e decise intorno all’uccisione di Carlo siano delle vere e proprie menzogne, delle trascuratezze, delle cose non onorevoli per il Paese. Cercheremo naturalmente -ha sottolineato il padre di Carlo Giuliani- di ottenere, se non giustizia, almeno l’affermazione della verità perché questo ci compete e questo per noi è un obbligo”.
Secondo il padre del ragazzo, questa sentenza è un motivo in più per essere a Genova quest’anno in occasione del decennale del G8. Si va avanti con il processo civile quindi, per rivendicare (parafrasando Francesco Guccini che ha scritto una canzone sull’avvenimento, Piazza Alimonda) “una vita troncata, tutta una vita da immaginare”.
Sara Moretti
ma che cazzo vuole sto ringlionito, invece di insegnare al figlio a non rompere i coglioni, a ripettare le cose e la vita altrui, a non brandire contro un suo pari età quello che tutti abbiamo visto, ancora sto ringlionito va rompendo i cogl….oni anche per l’europa….
ah se avesse educato il figlio a vivere in modo civile, forse oggi non avrebbe ragione di rompere il cazzo
Caro Alessio,
non si tratta di “non vivere in modo civile”. Si è civili anche condividendo i propri ideali con gli altri. Quello che non si può mettere in discussione è la violenza e l’omertà.