Tentano furto Cessna e lasciano scritte contro Gheddafi
Un singolare episodio è avvenuto nella notte a Fano in provincia di Pesaro Urbino, ignoti si sono introdotti nell’aeroporto di Fano, che in pratica è un’aviosuperficie non aperta ai voli di linea, in piena notte. Gli autori del blitz notturno, pare che abbiano agito del tutto indisturbati, sono penetrati nello scalo hanno tranciato il lucchetto, dopodichè […]
Un singolare episodio è avvenuto nella notte a Fano in provincia di Pesaro Urbino, ignoti si sono introdotti nell’aeroporto di Fano, che in pratica è un’aviosuperficie non aperta ai voli di linea, in piena notte. Gli autori del blitz notturno, pare che abbiano agito del tutto indisturbati, sono penetrati nello scalo hanno tranciato il lucchetto, dopodichè hanno tagliato con le cesoie la rete metallica, che circonda l’area, riuscendo così ad aprirsi un varco. Una volta giunti all’interno dell’aeroporto hanno rimorchiato un Cessna con un’auto, spostando il velivolo ultraleggero per circa un chilometro.
Hanno lasciato poi scritte su un hangar in cui figura anche il nome di Gheddafi, ma stando alle prime indiscrezioni il leader libico non c’entrerebbe nulla.
La scritta sarebbe invece indirizzata a un membro facente parte dell’organizzazione dello scalo, al quale e’ attribuito il nome di Gheddafi (‘Gheddafi 2’, così e’ scritto). L’episodio della notte scorsa rientrerebbe dunque in una polemica locale sul destino dello scalo. Di recente, infatti, la persona in questione sarebbe intervenuta sul progetto di ampliare l’aeroporto, realizzando anche una pista di cemento, per farlo salire di livello. Tale ipotesi è stata contestata da diversi comitati cittadini per l’impatto che questo progetto potrebbe avere sulla comunità locale.
Sul posto sono subito intervenuti polizia e carabinieri.
«È da escludere l’azione di un’organizzazione eversiva, o legata agli attuali eventi bellici», ha detto il questore D’Angelo. Indaga anche la Digos. «Abbiamo immediatamente attivato le indagini – ha detto D’Angelo – e ci sono diverse ipotesi su cui lavorare».
Giusy Cerminara