Allarme criminalità al Nord Italia
I dati sono allarmanti. La criminalità organizzata, che fino a non molti anni fa si pensava tutto sommato concentrata al sud, dando l’illusione di essere un fenomeno , per quanto grave, almeno possibile da isolare, è ormai certo che sta penetrando più che mai al nord, e con una rapidità impressionante. Qualche tempo fa era […]
I dati sono allarmanti. La criminalità organizzata, che fino a non molti anni fa si pensava tutto sommato concentrata al sud, dando l’illusione di essere un fenomeno , per quanto grave, almeno possibile da isolare, è ormai certo che sta penetrando più che mai al nord, e con una rapidità impressionante.
Qualche tempo fa era stato Saviano, nel suo libro più famoso, Gomorra, a denunciare che la camorra aveva infiltrazioni importanti nientemeno che nel nord della Scozia.
Ora i giornali e l’informazione in tv e su internet ci stanno ripresentando questi dati, e questa volta si parla soprattutto delle infiltrazioni criminali nell’Italia del nord.
Non più solo droga, armi, attentati. Personaggi loschi con la coppola, chiusi in una cultura indecifrabile e con un codice di comportamento arcaico, e quindi facilmente riconoscibile.
In Lombardia in particolare, ma anche nelle altre regioni del nord, la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta in particolare, ha il volto pulito ed asettico della partecipazione in aziende sane, dei colletti bianchi, alla fine inevitabilmente degli sportelli bancari, visto che i soldi parte si investono e parte vengono depositati.
Non più poche pizzerie, magari un po’ cadenti e dalle pareti scrostate, in cui ci si immagina alla sera si svolgano strane “riunioni”; bensì ristoranti alla moda, locali di tendenza, attività insospettabili. Comprano tutto.
Difficile smascherare. Difficile separare i soldi puliti da quelli sporchi Il denaro non ha colore, non ha odore, e nemmeno leggi verrebbe da dire, in certi casi. Incredibile la facilità di contaminazione di una società, quella del nord (alla quale chi scrive appartiene) , che fino a ieri si sentiva al sicuro.
Fino a ieri.
Francesco Ongaro