Terremoto in Giappone, si contano i primi danni
A meno di due giorni dalla calamità naturale che ha colpito il Giappone, arrivano le prime stime dei danni. Dalle ultime notizie, si apprende che i danni sarebbero quantificabili tra i 14 e i 34 miliardi di dollari. Queste stime si riferiscono ai danni provocati solo dal terremoto, escludendo i danneggiamenti dello tzunami, che probabilmente […]
A meno di due giorni dalla calamità naturale che ha colpito il Giappone, arrivano le prime stime dei danni. Dalle ultime notizie, si apprende che i danni sarebbero quantificabili tra i 14 e i 34 miliardi di dollari. Queste stime si riferiscono ai danni provocati solo dal terremoto, escludendo i danneggiamenti dello tzunami, che probabilmente saranno nettamente superiori.
La zona maggiormente colpita dal terremoto è proprio quella in cui sono presenti le più importanti industrie manifatturiere, chimiche e tecnologiche del Paese, che contribuiscono quindi alla crescita economica e al Prodotto Interno Lordo nipponico.
Ma i danni non riguardano, purtroppo, solo le cose fisiche, come le industrie, le strade, il porto o le abitazioni. Sicuramente, il costo umano della tragedia, non quantificabile in moneta, ha un valore sicuramente superiore. Dalle stime delle ultime ore, la strage sembra aver fatto circa diecimila vittime, ma questo numero, purtroppo sembra destinato a salire ancora, per via dei numerosi dispersi. Mancano all’appello anche circa 20 italiani e 5 connazionali si trovavano proprio a Fukushima, luogo in cui è avvenuto l’incidente nucleare.
Dopo gli incidenti nella centrale nucleare di Fukushima, si teme inoltre che il materiale radioattivo, spinto dai venti verso Est sul Pacifico, possa ricadere a terra con la pioggia, attesa per lunedì sera. È allarme anche per la centrale nucleare di Onagawa, dove sono stati registrati livelli di radiazioni eccessivi, ma il premier nipponico scongiura: “Non sarà un’altra Chernobyl”.
C’è da riconoscere che i rischi derivanti da incidenti nelle centrali nucleari, o in caso di catastrofi, sono di gran lunga superiori rispetto alle opportunità da esse concesse.
Sara Moretti