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Valerio Verbano, la madre cerca giustizia su facebook

Rina Zappelli, detta Carla, ha 83 anni. Ha iniziato ad usare il computer e a navigare su internet. Lei è la madre di Valerio Verbano, il ragazzo diciannovenne che nel 1980 fu ucciso da un kommando fascista nella sua abitazione in zona Monte Sacro, a Roma. La speranza di Carla è quella di capire cos’è […]

Rina Zappelli, detta Carla, ha 83 anni. Ha iniziato ad usare il computer e a navigare su internet. Lei è la madre di Valerio Verbano, il ragazzo diciannovenne che nel 1980 fu ucciso da un kommando fascista nella sua abitazione in zona Monte Sacro, a Roma. La speranza di Carla è quella di capire cos’è successo quel giorno, chi ha ammazzato Valerio e perché. Il 22 febbraio del 1980 tre ragazzi hanno suonato alla porta dell’abitazione di Valerio e si sono spacciati per suoi amici e hanno imbavagliato Carla e suo marito. I tre giovani hanno atteso il rientro da scuola del figlio Valerio e lo hanno ucciso con un colpo di pistola alla nuca.

A 31 anni dalla morte di Valerio le indagini sono state riaperte e ci si sta focalizzando sul dossier che Valerio stava producendo, contenente i nomi dei militanti della destra romana. Ma una mamma non aspetta con le mani in mano la fine delle indagini, si dà da fare essa stessa per far luce su chi le ha portato via il figlio. E così Carla ha iniziato ad usare il computer, naviga nella Rete, ha aperto un blog e due profili Facebook:  “ho deciso di aprire il blog quattro anni fa su suggerimento di alcuni amici. Alcuni miei parenti, che sono informatici, mi hanno dato lezione per un anno a domicilio e adesso navigo. Lo so, è insolito per una persona della mia età. Su Facebook ho addirittura aperto due profili, visto che in uno avevo superato i 5mila amici. Nell’altro dopo due settimane ero già a mille amici”.

Carla aggiunge: “Me ne sto quasi sempre in casa, sola, davanti al computer: scrivo, faccio domande, aspetto risposte. Via Monte Bianco 114, quarto piano, uscendo dall’ascensore a sinistra. Ma tanto la strada la conoscono”.

Una madre che combatte con tenacia per il figlio, da sola e insistentemente: “Mio marito è morto nell’88, ho fatto tutto da sola. Chi è nella mia situazione dovrebbe fare così, senza mollare. Nel 2009 Gianni Alemanno mi aveva chiesto di partecipare alla commemorazione di Valerio, gli ho risposto di no se non si fosse tolto la croce celtica che portava al collo. Ho incontrato il Ministro Angelino Alfano e ora il caso è stato riaperto. Non so perché si siano decisi adesso”.
La speranza di una vita, quella di Carla. È una speranza sempre viva, una speranza che in 31 anni non si è mai spenta, nemmeno di fronte alla vecchiaia: la speranza di dare un volto a quei tre ragazzi che hanno suonato a casa Verbano, ai quali lei stessa ha aperto la porta e che le hanno portato via per sempre il figlio Valerio nel febbraio 1980.

 Sara Moretti

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