News e Cronaca

Esplosione in Afghanistan: morto Alpino

Stamattina l’esplosione di un ordigno ha investito un veicolo blindato Lince, uccidendo un italiano e ferendone altri 4. È successo a 25 chilometri da Shindand, nell’ovest dell’Afghanistan. Il mezzo stava rientrando alla base dopo un’operazione di assistenza medica alla popolazione locale. La vittima è Massimo Ranzani, che avrebbe compiuto 37 anni il prossimo 24 marzo. […]

Stamattina l’esplosione di un ordigno ha investito un veicolo blindato Lince, uccidendo un italiano e ferendone altri 4. È successo a 25 chilometri da Shindand, nell’ovest dell’Afghanistan. Il mezzo stava rientrando alla base dopo un’operazione di assistenza medica alla popolazione locale. La vittima è Massimo Ranzani, che avrebbe compiuto 37 anni il prossimo 24 marzo.

Erano le 12:45 (ora locale) quando è avvenuta l’esplosione dell’ordigno improvvisato (Led) che ha coinvolto un blindato Lince della Task Force “Centre” del V reggimento alpini, a bordo del quale c’era una pattuglia di rientro da un’operazione di assistenza medica alla popolazione locale. Il blindato in cui viaggiavano i militari colpiti dalla bomba era il terzo di un convoglio di 13.

Il ministro della Difesa La Russa, riguardo alle condizioni di salute dei quattro feriti, ha detto che “sono gravi, ma in condizioni stabili“. Per il momento non destano quindi particolare preoccupazione, in quanto hanno riportato traumi e fratture per lo più alle gambe.

A rivendicare l’attentato sono stati i talebani, in un comunicato pubblicato sul web: “una mina terrestre collocata da un mujaheddin nell’area di Company del distretto di Adar Sang ha sventrato un automezzo in pattugliamento dell’Isaf“, Forza internazionale di assistenza alla sicurezza sotto comando Nato.

Ranzani è solo l’ultimo dei tre i militari italiani rimasti uccisi nell’ovest dell’Afghanistan dalla vigilia di capodanno ad oggi. Prima di lui ricordiamo il caporal maggiore Matteo Miotto, in forza al Settimo reggimento alpini di Belluno, rimasto ucciso mentre si trovava su una torretta della base “Snow” nel Gulistan. Il 18 gennaio moriva invece il caporal maggiore Luca Sanna, fuciliere dell’Ottavo Reggimento alpini, colpito da fuoco nemico dentro una base avanzata nei pressi di Bala Murgab.

Il presidente della Repubblica ha prontamente espresso il suo cordoglio. Mentre il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha detto: “Tutte le volte che succedono tragedie di questo tipo ci si chiede se questo sacrificio che compiamo, con il voto unanime del Parlamento e con il consenso di tutti gli italiani, se questi siano veramente sforzi che servono e che vanno in porto. Lo speriamo veramente”. L’opposizione intanto ha invitato il ministro della difesa a fare chiarezza su quanto accade in quei luoghi, ponendo l’attenzione su una “riflessione sulla presenza italiana in quel Paese“.

Mi inchino alla memoria di questo ragazzo, che dolorosamente va ad aggiungersi ad una lista troppo lunga, una lista che non possiamo né vogliamo dimenticare“, ha detto La Russa. Ha però poi aggiunto che l’Italia non lascerà il Paese. Il presidente del Senato Renato Schifani ha espresso il suo appoggio in tal senso: “L’Italia continua a pagare degli alti prezzi, ma lo fa in piena coscienza e nella consapevolezza che la libertà è un bene da garantire anche al di fuori dei propri confini”.

Ma per questa libertà sono troppe le persone che continuano a perdere la vita in quei luoghi.

Assunta De Rosa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.