Bambine scomparse, Alessia e Livia ancora nessuna traccia
Continuano gli appelli soprattutto dalla pagina di Facebook della mamma e dei parenti delle due bambine scomparse, Alessia e Livia. Il loro papà Mathias non c’è più. Ha deciso di togliersi la vita, almeno così sembrerebbe. Prima però di compiere questo estremo gesto, qui da noi in Italia, in provincia di Foggia, l’uomo era stato […]
Continuano gli appelli soprattutto dalla pagina di Facebook della mamma e dei parenti delle due bambine scomparse, Alessia e Livia. Il loro papà Mathias non c’è più. Ha deciso di togliersi la vita, almeno così sembrerebbe. Prima però di compiere questo estremo gesto, qui da noi in Italia, in provincia di Foggia, l’uomo era stato visto con le sue bambine in Francia. Li infatti avrebbe anche prelevato dei soldi, dovrebbero essere 7500 euro, e da li avrebbe mandato l’ultima cartolina a sua moglie.
I parenti sono convinti che Mathias non avrebbe mai fatto del male a quelle bimbe che amava infinitamente. Resta quindi grande la speranza di rintracciarle. Forse quei soldi sono stati dati a una donna magari per occuparsi delle due bambine. Ecco è proprio a quel qualcuno misterioso che si rivolge l’appello della mamma di Livia e Alessia. Se le ha tenute con sè fino a questo momento nessuno la giudicherà perchè non poteva magari sapere molte cose. Adesso però è tempo che le bimbe tornino nella loro casa a Losanna dove la mamma le aspetta.
Si cerca intanto di ricostruire l’itinerario che l’uomo ha fatto: da Marsiglia passando per la Svizzera e poi sarebbe arrivato in Italia. Ma delle bambine non sembrano esserci tracce. E perchè l’uomo avrebbe scelto proprio la Puglia, regione con la quale non aveva nessuna cosa in comune? Questo è uno dei tanti interrogativi.
Una cosa è certa. Sia in Italia che in Francia che altrove le forze dell’ordine stanno facendo il possibile. In questa corsa contro il tempo si cerca in tutti i modi di ritrovare Alessia e Livia che sono due angioletti innocenti che stanno pagando per gli errori di altri.
Anche noi rivolgiamo lo stesso appello: se sapete qualcosa contattate la Polizia o scrivete anche sulla pagina di Facebook.
Filomena Procopio