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Yari e Jasmine Carrisi e quel peso del gossip sulla famiglia di Al Bano

La famiglia Carrisi si racconta al Corriere della sera: Jasmine e Yari parlano del loro complicato rapporto con il gossip

jasmine carrisi e al bano

Sul numero di oggi del Corriere della sera, c’è una lunga intervista a tre dei figli di Al Bano. Yari, Jasmine e Bido si raccontano e raccontano anche del loro papà che ha anche risposto ad alcune domande. Non si può parlare della famiglia Carrisi senza parlare del gossip e a quanto pare, ci sono dei membri della famiglia di Al Bano, che nel tempo, hanno subito le conseguenze della grande attenzione mediatica che c’era e c’è anche oggi su tutti loro. Ne parlano in particolare Yari e Jasmine. Se la figlia di Loredana e Al Bano ha subito solo l’ultima parte dell’ondata di gossip che ha travolto la famiglia negli anni, Yari invece, ha da sempre addosso il peso dell’attenzione mediatica. E non sempre solo gossip tra l’altro. Yari ad esempio era già grande quando Ylenia scomparve e successe tutto il resto.

I Carrisi si raccontano in una lunga intervista al Corriere della sera

Yari sul suo rapporto con l’attenzione mediatica e il gossip ha spiegato: «A me ha fatto molto soffrire: mi bastava il titolo di un giornale per cambiarmi tutta la giornata. Ci scattavano continuamente foto sotto le quali mettevano didascalie inventate, era una sorta di Instagram ante litteram. Almeno ora sui social decido io quello che voglio pubblicare. Quanto ai paragoni, inevitabili, basta andare dove non lo conoscono: in India sono stato benissimo».

A quanto pare anche Jasmine, la figlia di Al Bano e Loredana Lecciso, sente molto il peso del chiacchiericcio «Questa continua attenzione mi ha fatto chiudere in me stessa, anche se salgo volentieri sul palco e lì mi dimentico di tutto il resto. A me spiace quando sui social si aspettano che sia quasi un prolungamento di mio padre, come se dovessi cantare con il cappello sulla testa le sue canzoni. Io sono diversa».

Più distaccato invece Bido, per Al Bano Junior conta altro, ha preso lo spirito imprenditoriale del suo papà: «Sono l’unico che non ha scelto la carriera artistica: studio Economia al terzo anno, un giorno mi piacerebbe occuparmi della tenuta di Cellino. La disponibilità di papà con tutti la vedo come un pregio. Non ho patito l’attenzione, perché non me ne sono mai sentito al centro».

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