Sanremo 2023: Stefano Coletta svela che Festival sarà
Stefano Coletta ha spiegato come sarà il Sanremo 2023 di Amadeus
Un discorso breve ma che spiega quello che Sanremo 2023 vorrebbe essere. Un festival che parla a tutti in un anno in cui il pubblico sarà davanti alla tv in modo diverso, dopo due anni di pandemia. E’ Stefano Coletta, direttore del prime time Rai, a spiegare che genere di Festival tutta la squadra guidata da Amadeus ha deciso di dare quest’anno al pubblico. La musica come sempre al primo posto: come è successo negli ultimi anni. Aver scelto BIG che conquistano un pubblico di tutte le età. Un grandissimo lavoro, per il quarto anno consecutivo, fatto da Amadeus.
“Sarà un Festival in sequenza con i precedenti ma differenti per molti aspetti” ha detto Coletta, preso poi in giro in diretta da Fiorello che ha chiamato Amadeus, rivelando di non aver capito nulla del discorso del direttore! Un Sanremo 2023 sicuramente diverso anche perchè ci sarà tutto il pubblico libero, ci saranno eventi fuori dall’Ariston, ci sarà tutto il lavoro dei programmi del day time che si sono trasferiti a Sanremo. Insomma si torna come era stato il 2020 ma con una consapevolezza diversa.
Stefano Coletta spiega come sarà Sanremo 2023
Durante la conferenza stampa del 6 febbraio, Coletta ha spiegato: “Parto dal grande lavoro di Amadeus sulle canzoni, pietra miliare del Festival: abbiamo definito i tre festival in linea con quanto avveniva nel paese: Festa, Reclusione, Rinascita terzo dell’Incertezza e questo quarto Festival torna in piene funzioni. “
E ancora: “La sintonizzazione del lavoro fatto da Amadeus con target che non erano mai apparsi in maniera così prepotente nel Festival. Non sarà il Festival della Rinascita, perché siamo già rinati, ma che vuole portare Festa e soprattutto Consapevolezza: in tante canzoni ho trovato l’urgenza di dire, di non perdere più tempo. E quindi rispetto all’ineluttabilità dei testi degli altri anni, qui c’è un racconto senza pudore, in cui ci si apre, ci si racconta. “
E ancora: “Si mettono in gioco con leggerezza e profondità: deve essere premiante l’onestà di queste canzoni, che nascono come dopo un guado che ha impedito di esprimersi. E hanno anche la capacità di parlare a tutti: Amadeus ha costruito una narrazione democratica. Ce n’è per tutti, come il servizio pubblico deve fare: non è questione di alto/basso, ma quella di sintonizzarsi col paese, a chi guarda la generalista nella serialità e chi solo nell’evento.“
Poi ha concluso: ” Un Festival all’insegna della sobrietà, semplicità, emozione, commozione, così come il direttore artistico. E allora Festival della Consapevolezza, con allegria e profondità: mi auguro che il pubblico apprezzi anche questa volta questa lunga e imponente kermesse.“