Marco Carta prima il matrimonio e poi il sogno di un figlio: adozione o utero in affitto?
Marco carta sogna un figlio e a Vanity Fair spiega il suo punto di vista
Marco Carta ha due sogni: il matrimonio e un figlio. Il primo lo realizzerà a fine pandemia, sposerà Sirio quando potranno festeggiare davvero e vivere il giorno più felice della loro vita. Ma a Vanity Fair Marco Carta parla ancora una volta della voglia di diventare padre. Trova triste che in Italia una coppia omosessuale non possa avere un figlio e qui come sempre l’argomento divide le persone. L’utero un affitto non è consentito in Italia ma a lui piacerebbe molto avere un figlio suo oppure adottare un bambino. Racconta la sua storia, lui che è cresciuto senza un padre e che ha perso la madre quando aveva solo dieci anni. E’ cresciuto con i nonni e non gli è mai mancato l’amore. Cosa che invece manca ai bambini chiusi in un istituto: “a loro viene dato da mangiare e da bere ma non ricevono amore”.
MARCO CARTA: “MI PIACEREBBE ADOTTARE”
“L’utero in affitto è una pratica molto lontana dallo spirito ecclesiastico che ha l’italiano, e lo capisco. Però, ci sono migliaia di bambini che crescono senza genitori, in orfanotrofi. Mi chiedo perché non dar loro due papà. Trovo uno spreco che delle creature così piccole siano lasciate marcire in posti senza amore” quindi gli piacerebbe adottare un figlio ma non vorrebbe rinunciare a un bambino messo al mondo con utero in affitto.
Spiega il suo punto di vista: “Mi piacerebbe adottare e mi piacerebbe mettere al mondo un figlio con un utero in affitto, nome tremendo per questa pratica. Non la trovo disumana, se all’origine c’è l’atto consapevole e compassionevole di una donna, che decide di aiutare un amico, un familiare, un estraneo. Lo sfruttamento, quello e solo quello, è da condannare”.
Sirio, il compagno di Marco Carta, è molto riservato, non apprezza telecamere e riflettori, anche questo suo aspetto gli piace, anche perché Carta in passato ha incontrato chi voleva approfittare della sua notorietà.