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Sal Da Vinci: il passeggero ha un’altra versione della lite in aliscafo

Dopo la versione di Sal Da Vinci sulla lite in aliscafo le parole del passeggero coinvolto

Ovvio che nella lite tra Sal Da Vinci e il passeggero in aliscafo ci siano due diverse versioni, ognuno dice la sua, i testimoni hanno visto ma è giusto che dopo il comunicato del cantante venga data voce anche al signore coinvolto. Sembra siano volati pugni sull’aliscafo ma anche parole grosse tra Sal Da Vinci e l’uomo, operatore ecologico che dopo una giornata di lavoro stava tornando a casa con un pacchetto di dolci per festeggiare il nipote. Ovviamente ci limitiamo a riportare ciò che il passeggero coinvolto nella lite ha riferito al direttore del Tg Procida, Leo Pugliese, durante l’intervista. Chi ha torto o ragione verrà deciso nelle sedi opportune e di certo anche grazie ai video di chi ha assistito alla scena.

DOPO LA VERSIONE DI SAL DA VINCI IL RACCONTO DEL PASSEGGERO COINVOLTO NELLA LITE 

L’uomo racconta di una signora, forse Fatima Trotta o la moglie di Sal Da Vinci, che ha messo il suo trolley sul pacchetto di dolci: “Le sono andato vicino educatamente e le ho detto guardi è un pacchetto di dolci, come fa a non notarlo? E lei mi fa: quanto costa, te lo posso pagare. Ho risposto: non è il caso, basta fare attenzione. E la signora per la seconda volta ha preso il borsone e l’ha calato sui dolci”. Già qui le versioni sono molto diverse.

“Sono andato vicino per staccare i dolci dal trolley della signora e all’improvviso mi vedo salire due persone che dicono perché ti stai atteggiando, perché fai questo, ti stai agitando un po’, non sai noi chi siamo. Io rispondo: io non sono niente, sono solo un operaio che cerca di andare a casa. All’improvviso mi minacciano di morte e mi aggrediscono”. Ovviamente le accuse sono reciproche, Sal Da Vinci ha raccontato altro.

L’uomo si rivolge al comandante del traghetto, agli altri passeggeri e a chi è intervenuto durante e dopo la lite, chiede scusa per quanto gli è capitato, ripete che non è colpa sua: Adesso mi dipingono molto male. Io sono un inserviente di Procida e sono orgoglioso di esserlo. Questo signore mi ha minacciato di morte, lo dimostrano le registrazioni. Non lo dico io, mi dispiace per i procidani che mi hanno dato la possibilità in vita di lavorare. Ma voglio essere chiaro, io stavo andando a casa dopo una giornata di lavoro per festeggiare mio nipote”. 

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