Mango: Tutto l’amore che conta davvero, un cofanetto con 49 canzoni che raccontano musica e poesia
A quasi cinque anni dalla scomparsa di Mango è uscito Tutto l'amore che conta davvero
Un’attesa di quasi cinque anni per chi ha amato la musica di Mango, la stessa attesa di Laura Valente, sua moglie, e dei figli Angelina Filippo, poi Tutto l’amore che conta davvero. Un cofanetto con quattro cd per raccontare chi era Pino Mango attraverso le sue canzoni. Nessun inedito come è giusto che sia, perché come Laura ha confidato se lui avesse voluto le avrebbe pubblicate. La moglie di Pino racconta al Tgcom24 il perché di questa lunga attesa, come sono stati scelti i suoi brani, cosa troveremo in quel cofanetto. Nessuno potrà mai imitarlo, la sua voce unica, il suo modo di trasmettere emozioni fuori dal comune, lui non solo compositore e interprete ma poeta e pittore, un vero artista. Laura è felice di questo risultato, partito dopo tanto tempo perché le prime porte a cui aveva bussato le chiedevano l’inedito, altrimenti non avrebbero pubblicato né prodotto niente, poi è arrivata la telefonata di Alberto Salerno che voleva fare qualcosa per Pino.
49 CANZONI DIVISE IN 4 CD L’OMAGGIO A MANGO
Il lavoro è stato lungo e per niente semplice, non c’era solo la scelta da fare tra tante meravigliose canzoni ma c’è dentro tanto altro: “Ci sono voluti quasi due anni per mettere a punto. Perché il difficile è stato capire cosa non dovevamo fare”. Pino non avrebbe mai voluto uno spettacolo con una grande orchestra e tanti ospiti: “Pino ha sempre odiato queste cose. Sapendo cosa non amava abbiamo dribblato e alla fine è nato questo cofanetto” spiega Laura che poi racconta che le scelte le hanno prese all’unanimità lei e i suoi figli.
“Quando abbiamo dovuto invece fare delle scelte abbia puntato su quello che a noi piaceva di più ma che comunque sapevamo che aveva un posto particolare nel suo cuore”. La caratteristica che rendeva unico Pino e per questo inimitabile. “Provate a risentire il bicordo, due note diverse cantate in contemporanea, nella cover di “Mio Dio no”. Però lui riusciva a unire questa tecnica a un’espressività pazzesca. Riusciva a veicolare le emozioni, ogni parola di una canzone ti arrivava con il suo peso emotivo. Cosa che spesso chi è molto bravo fa fatica a fare perché rischia di essere freddo”. Bastava già questo ma Mango era molto di più, è molto di più.