Marco Carta si racconta su Vanity Fair
Marco Carta sta per tornare: prima di Amici 11 uscirà il nuovo singolo e poi un album. L'ex vincitore di Amici in un'intervista a Vanity Fair.
Mancano pochi giorni prima di rivedere i vecchi talenti di Amici in tv. Oggi vogliamo parlarvi di Marco Carta che Amici lo ha vinto ed ha vinto anche Sanremo. Dopo il successo però è arrivato un periodo difficile, perchè? Marco ce lo rivela sulle pagine di Vanity Fair, si confida e si confessa. Parla di un periodo di crisi che però adesso è stato superato grazie anche a chi gli ha dato diverse possibilità, grazie anche a Maria De Filippi ad esempio. Marco presto sarà di nuovo in quella che resterà sempre la sua casa. Ecco le sue dichiarazioni.
Marco si racconta a Vanity Fair
Come sempre non manca il ricordo alla sua mamma. Lui era piccolino quando lei è volata in cielo ma non ha mai smesso di parlare di lei. Ricorderete il suo saluto quando alzando il trofeo per la vittoria di Amici continuava a dire “grazie mamma” con lo sguardo verso il cielo. Marco conquista il pubblico da casa, conquista la vittoria nel talent di canale 5 e sale sul gradino più alto del podio di Sanremo sotto lo sguardo invidioso di chi crede che se hai vinto un programma musicale non sei degno di essere li. Il successo arriva e va veloce, forse troppo veloce tanto da non essere capito da un ragazzo che fino a un anno prima faceva il parrucchiere.
“Non riuscivo più a vivere bene. Mi vedevo ovunque. Mi specchiavo, in bagno, e provavo come un’asfissia, una nausea. Mi dicevo: “Ancora tu?””. Queste le parole di Marco che cerca di spiegare il perchè della sua assenza dal panorama musicale e dal mondo della tv.
Adesso Marco però è pronto per tornare. E’ riuscito a ritrovarsi grazie all’aiuto delle persone che gli hanno sempre voluto bene.
“il 10 aprile torno con un album, Necessità lunatica. Lo anticiperà il 23 marzo il singolo Mi hai guardato per caso. Racconto un’altra paura: quella di quando ci si finge indifferenti verso una persona che invece ci ha stravolto i sensi. Terrorizzati dall’idea di non essere ricambiati.”
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