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Marilyn Manson e il suo nuovo video choc vietato ai minori

Marilyn Manson il cantante americano, profeta di una gioventù degradata, detto anche “Il reverendo” sta tornando con un nuovo album dal titolo Born Villain in uscita entro fine anno. Il brano che da il nome all’album è inserito nella colonna sonora di un video choc realizzato dal protagonista di “Trasformer” Shia La Beouf. Una parte […]

Marilyn Manson il cantante americano, profeta di una gioventù degradata, detto anche “Il reverendo” sta tornando con un nuovo album dal titolo Born Villain in uscita entro fine anno. Il brano che da il nome all’album è inserito nella colonna sonora di un video choc realizzato dal protagonista di “Trasformer” Shia La Beouf. Una parte è visibile su (http://bornvillain.com/) un sito vietato ai minori di diciotto anni. Nel video si vede il reverendo Manson che rasa a zero i lunghi capelli di due ragazze nude, sfregia la guancia di una donna e uccide un uomo e molto altro ancora. Roba da svenimento. Manson dichiara di aver passato una lunga notte nel suo studio con la compagnia di Schia. “Vedendo Maniac sono rimasto stupito dalle sue doti da regista, ho condiviso con lui tutta quell’arte, quella letteratura e tutti quei film che riescono ad ispirarmi”.

Schia e il reverendo hanno scritto una breve sceneggiatura e girato un Trailer. La colonna sonora è contenuta nel nuovo album del cantante dell’ Ohio. Marilyn Manson si è sempre ispirato a cantanti come Alice Cooper e Kiss, stravolgendo con la sua musica e le sue parole le menti degli ascoltatori. Dall’inizio della sua carriera Manson si è dovuto difendere dagli attacchi dell’opinione pubblica, etichettato sempre come satanista e trascinatore di una generazione di sbandati e violenti. I suoi show dal vivo sono l’incarnazione del male. Manson si denuda, si lesione ferendosi con coltelli, fa a pezzi bambole, tutto questo accompagnato però da un’ottima musica. Nel 1999 dopo la strage nel liceo di Columbine Manson viene messo sotto processo, perché addetta di tanti le sue canzoni conducono ad una violenza estrema che sfoca nell’omicidio e nel suicidio. Qualche anno dopo il cantante compare nel film di Michael Moore “Bowling at Columbine” spiegando la sua posizione estranea all’evento.

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