Alan Rickman al Giffoni Film Festival: sarà il Re sole in A Little Chaos
A Giffoni il professor Piton parla del film alla sua seconda regia che chiuderà il Festival di Toronto e confessa: "Cosa ha insegnato Harry Potter ai ragazzi? Il piacere della lettura"
” ‘A Little Chaos’ è pronto, il film chiuderà il prossimo Festival di Toronto, io interpreterò Luigi XIV, il Re Sole”. Giornata tra i giovani ‘allievi’ del Giffoni Experience per Alan Rickman, popolare protagonista della saga di Harry Potter nel ruolo del professor Severus Piton, nelle sale italiane a fine agosto con Una Promessa, di Patrice Leconte, presentato Fuori Concorso alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e settembre al Toronto Film Festival con A Little Chaos, sua seconda opera da regista proiettata in anteprima nella serata conclusiva dell’edizione 2014. Il primo ‘riconoscimento’ della stagione però arriva proprio qui a Giffoni, con la consegna del Premio Truffaut.
Abbandonati i panni del mago mezzosangue della fortunata saga, Rickman ha parlato del suo prossimo film che lo vede regista oltre che attore. Nel cast Kate Winslet, Stanley Tucci e Matthias Schoenaerts. “Per terminarlo ci sono voluti 18 mesi di lavorazione – ha spiegato l’attore inglese – Il film viaggia su un doppio binario tra realtà e fantasia. Al centro della storia c’è la costruzione della splendida fontana della Reggia di Versailles. Per il progetto viene scelta l’architetto Sabine De Barra, interpretata da Kate Winslet, una donna. Una scelta fatta per il film perché ovviamente sarebbe stato impossibile all’epoca. L’architetto si troverà a fronteggiare le fitte trame politiche e maschiliste della corte“. “Dietro il film però c’è molto altro -precisa Rickman- è anche un film femminista, scritto da una donna, Allison Deegan, contro la visione della donna considerata solo come oggetto. Ma è anche una bellissima storia d’amore. C’è stato un grande sforzo produttivo, non tornerò presto dietro la macchina da presa”.
Ci sarà un seguito di Harry Potter? “Io davvero non lo so, ormai sono morto -scherza riferendosi alla morte del suo personaggio, Piton, in ‘Harry Potter e i doni della morte‘- Non era un personaggio totalmente negativo, ogni sua mossa era dettata dall’amore”. Nonostante il successo in Harry Potter, in 20 anni di carriera ha interpretato ruoli diversi e ricorda che “uno dei personaggi più complessi è stato quello di Ronald Reagan in ‘The Butler’. Anche se non sono d’accordo con la sua politica, devo ammettere che aveva tante qualità, è stato molto amato alla Casa Bianca, ed è difficile giudicarlo”. Remota la possibilità di imbattersi a breve in un altro soggetto per ragazzi: “Mi è stato offerto uno script che ha come protagonista un teenager ma ancora non ho deciso. A dire il vero io spingo verso gli attori più vecchi, quelli della mia categoria, i giovani ci stanno buttando fuori”, scherza Rickman. Nel futuro prossimo c’è il film “Una promessa”, produzione franco-belga diretta da Patrice Leconte con Rebecca Hall, in uscita il prossimo 18 settembre. Più avanti il teatro: “Ci tornerò presto, è la mia religione -dice-. In un mondo dove i giovani sono sempre con la testa abbassata sui telefonini, sempre ingabbiati nei giudizi continui dei social network, sempre sotto pressione, festival come questo di Giffoni sono importanti, perché ridanno loro il senso del potere che posseggono. Sono molto impegnato nel fare training ai giovani attori. Dico loro di non pensare alla recitazione, di seguire il flusso e leggere molto. Perché agli attori meno dici, meglio è”.
Entusiasta del Giffoni Rickman:“I ‘cosiddetti’ ragazzi mi hanno fatto delle domande davvero straordinarie” ha detto, interrogato dai giurati in primis sul mestiere dell’attore: “Voglio che il mio lavoro sia difficile, se fosse semplice vorrebbe dire che qualcosa non va. Alcune volte, però, ci sono situazioni un po’ estreme sul set, come quando per il freddo non riuscivo neppure a muovere la bocca”.
Diverso però l’impegno che implica dirigere un film. “Per ora non ho intenzione di farne un altro ” dice Rickman, memore delle fatiche di A Little Chaos, per il quale è stato sul set ben 18 mesi. “Se c’è differenza tra dirigere in teatro o sul set? Il film è un lavoro di squadra, il teatro è un lavoro più individuale” dice il regista quando torna nel merito della sua nuova opera. Il pensiero però corre alla saga di Harry Potter: “Cosa ha insegnato ai ragazzi? Il piacere della lettura” risponde l’attore che sembra escludere un possibile ritorno in un ipotetico sequel della saga ‘magica’ di J. K. Rowling. “Non ho letto gli ultimi suoi libri, ma mia moglie mi ha detto che sono bellissimi. Il mio personaggio, però, è già morto…” precisa l’attore, quasi a sottolineare che neanche la magia di Harry Potter potrebbe farlo tornare a Hogwarts.
La sua sensibilità gli permette di riconoscere la difficoltà che vivono oggi i ragazzi e il valore del GFF: “I più giovani sono messi continuamente sotto pressione dai social media, dai bulli; sono costantemente impegnati ad essere conformati. La loro vita sarà anche bella, ma è anche difficile. Penso anche ai tanti ragazzi che si suicidano a causa della rete. Occasioni come il Giffoni Experience sono importanti perché danno ai ragazzi la consapevolezza di quel che sono. Quel che ci permette di superare sempre tutto, però, è l’amore”. Lascia che siano i ragazzi a definirlo e a valutarne la carriera. Il pensiero dei giurati, però corre al futuro, come è normale per sia: “Non so cosa mi porterà. Il teatro per me è una religione, anche se so che nei prossimi mesi sarò impegnato nella promozione del mio film“. Di tv al momento non si parla: “La produzione seriale televisiva sta diventando sempre più importante, i titoli della tv via vavo e delle piattaforme web come Netflix (produttore di House of Cards, ndr) vengono candidati agli Emmy. Il mondo cambia, insomma, ma non sempre in meglio. Un tempo i ragazzi andavano al cinema a vedere film come Tutti gli uomini del presidente, ora si va a vedere i megacartoons. Tornando alle serie, devi firmare contratti pluriennali. E in fondo io l’ho già fatto”.