Remake di Heavy Metal, Fincher non molla
Anche i più grandi a volte devono accettare qualche porta sbattuta in faccia per vedere realizzati i propri progetti. E’ il caso di David Fincher (The social network, Fight club, Zodiac e potremmo andare avanti per ore) che, da quando nel 2008 la Paramount ha rifiutato di finanziare la sua idea perchè giudicata troppo rischiosa […]
Anche i più grandi a volte devono accettare qualche porta sbattuta in faccia per vedere realizzati i propri progetti. E’ il caso di David Fincher (The social network, Fight club, Zodiac e potremmo andare avanti per ore) che, da quando nel 2008 la Paramount ha rifiutato di finanziare la sua idea perchè giudicata troppo rischiosa per il pubblico medio, sta facendo il giro dei vari studios in compagnia di Kevin Eastman, editore del fumetto a cui è ispirato il film.
Se guardiamo al primo adattamento cinematografico del fumetto, effettivamente possono sorgere non pochi dubbi. Infatti il film del 1981 diretto da Gerald Potterton, forse per lo stile gotico e crudo che quindi si rivolgeva a un pubblico ristretto , non fu certo un successone. La visione della pellicola fu anche vietata ai minori di 14 anni e in Italia la distribuzione è durata per due sole settimane in poche sale di nicchia.
Il progetto comprenderebbe 8 cortometraggi animati realizzati da registi del calibro di James Cameron, Zack Snyder, Guillermo del Toro e Gore Virbinsky ispirati all’ omonimo fumetto di fine anni ‘70. Ogni corto corrisponde ad un storia raccontata da una malefica sfera verde di nome Loc-nar, portata sulla terra da un ignaro astronauta che verrà polverizzato dalla stessa misteriosa entità. La sfera prova un gusto sadico nel narrare le sue malefatte che vanno dall’impossibile salvezza di un imputato ad un processo che lo vede già condannato, alla fine tragica di un pilota di un bombardiere americano infestato da zombi.
Se Tim Miller, a capo della sezione di animazione dei Blur studios, afferma che “è solo questione di tempo” prima che Fincher riesca a realizzare il progetto non possiamo che essere fiduciosi anche noi e tifare per lui. Personalmente l’idea mi piace non poco soprattutto se penso che questi miti del cinema del nuovo millennio stanno facendo la fila per girare uno dei corti. In Fincher we trust.
Francesco Vassallo