Contro il reflusso gastroesofageo: la corretta postura per attenuare i sintomi
Qual è la correlazione tra postura e reflusso gastroesofageo?
Il reflusso esofageo può avere origini molto diverse tra loro e comunque non sempre imputabili all’apparato digerente. Molto spesso le cause del reflusso sono da ricercare in ripetuti comportamenti sbagliati o comunque non ottimali che, alla lunga, presentano il loro conto sulle condizioni di salute. E’ solo tenendo in considerazione questa premessa che si può cogliere il legame esistente tra reflusso gastroesofageo ed errori nella postura adottata. L’anello di congiunzione tra questi due elementi è il diaframma.
Oggi è riconosciuto che proprio il diaframma svolge un ruolo molto importante nella comparsa e nello sviluppo dei sintomi del reflusso gastroesofageo. Si tratta di un muscolo localizzato nel torace fondamentale per una corretta respirazione e strettamente connesso alla postura. Il diaframma è l’anello di congiunzione tra mal di schiena e reflusso, tra la cura dei disturbi legati alla cattiva digestione e l’adozione di una buona postura, e così via. Scopriamo dunque come prestare attenzione alla propria postura per alleviare i sintomi del reflusso, quali esercizi fisioterapici eseguire quando il disturbo si fa più esasperato e qual è il ruolo del diaframma nella correlazione tra disturbi digestivi e patologie della colonna vertebrale.
Il diaframma: il muscolo alla base della questione
Il ruolo del diaframma nello sviluppo e nell’acutizzazione dei sintomi legati al reflusso gastroesofageo è da tempo al centro di ricerche e di attenta osservazione da parte della comunità scientifica. Questo muscolo, a forma di cupola, è collocato in un punto molto delicato dell’organismo: separa, infatti, la cavità toracica da quella addominale, ad un’altezza che si colloca tra le sesta e la dodicesima costola. La sua fisionomia è tale da comprendere tre fori, i quali permettono il passaggio di vasi sanguigni e nervi; si tratta di:
- lo iato cavale, attraverso il quale passa la vena cava;
- lo iato esofageo, che permette il passaggio di esofago, nervo vago e vasi sanguigni gastrici;
- lo iato aortico, che appunto consente il passaggio dell’aorta.
Nel caso del reflusso, è ovviamente lo iato esofageo che può influire su eventuali pressioni e anomalie a carico del diaframma nei confronti dell’esofago: una delle più frequenti è la cosiddetta ernia iatale, una condizione patologia causata dal passaggio di una porzione dello stomaco dalla zona addominale a quella toracica, proprio attraverso lo iato esofageo del diaframma. L’ernia iatale è causa di una vasta porzione dei sintomi del reflusso gastroesofageo, tra cui bruciore di stomaco, rigurgito acido, nausea e raucedine, difficoltà nella deglutizione.
Allo stesso tempo, il diaframma incide anche sulla postura: durante l’inspirazione, infatti, il muscolo si abbassa, il torace si espande, i polmoni si riempiono d’aria, e la colonna vertebrale si allunga e si distende, per effetto della spinta di uno dei tendini del diaframma (il centro frenico). Al momento dell’espirazione, invece, la colonna assume la sua naturale curvatura, mentre il diaframma e gabbia toracica tornano alla loro posizione iniziale. Una corretta espirazione, però, influisce positivamente sul diaframma, liberandolo dalle tensioni e dal peso accumulato.
L’importanza della postura per guarire dal reflusso
La rigidità del muscolo del diaframma, e in particolare del centro frenico – il suo tendine centrale – e dei muscoli secondari che contribuiscono alla respirazione, ha una stretta correlazione con episodi di sofferenza dell’esofago e dello stomaco, di disturbi della digestione e di acidità di stomaco. In questo contesto, fare esercizi mirati può essere di gran giovamento per il recupero delle funzionalità gastriche: ma tali esercizi devono necessariamente essere focalizzati sul recupero e sul mantenimento dell’elasticità del diaframma e di tutti i muscoli secondari (muscoli scaleni, muscolo sternocleidomastoideo, pettorali e muscolo dentato anteriore, muscoli intercostali) connessi con la respirazione.
Per capire quali sono gli esercizi utili a sciogliere il diaframma e recuperare la sua elasticità, è bene sapere che la rigidità di tale muscolo è causata, per la maggior parte da scorretti atteggiamenti posturali, tra cui:
- l’ipercifosi dorsale, una accentuazione della normale curvatura dorsale, ovvero quella al centro della colonna vertebrale, provocata essenzialmente da sedentarietà. Questa condizione genera spesso episodi di ernia iatale, perché provoca una trazione dello stomaco verso l’alto;
- il cosiddetto “petto in fuori”, ovvero l’atteggiamento posturale contrario all’ipercifosi; anch’esso provoca un irrigidimento del diaframma con conseguente iperpressione sullo stomaco;
- l’iperlordosi lombare, ovvero la deformazione della curvatura alla base della schiena; particolarmente importante nel malfunzionamento del diaframma e nelle conseguenti disfunzioni gastroesofagee.
Postura contro il reflusso: alcuni esercizi utili
Il fisioterapista che sarà chiamato a intervenire sulla postura per minimizzare i sintomi del reflusso si concentrerà, quindi, sull’azione di muscoli e colonna vertebrale in combinazione con il diaframma, al fine di liberare quest’ultimo dalle tensioni e ridurre lo stress a carico di stomaco ed esofago.
Per prima cosa, si potranno effettuare alcuni esercizi di gestione del respiro – compito in cui, come abbiamo visto, il diaframma svolge un ruolo essenziale. In questo caso si tratta di esercizi semplici e alla portata di tutti, che possono essere svolti senza particolari controindicazioni. I benefici, però, saranno notevoli, e mirati a migliorare l’elasticità muscolare del diaframma, a riequilibrare la pressione tra questo muscolo e gli organi dell’addome e a ripristinare il corretto drenaggio della circolazione e del sistema linfatico.
In secondo luogo, si può pensare a una vera e propria terapia fisioterapica, in grado di garantire una rieducazione posturale che possa incidere sulle curve della colonna vertebrale e sulle conseguenti tensioni muscolari.
A tal proposito, sarà bene associare la fisioterapia a un cambiamento delle cattive abitudini, a uno stile di vita meno sedentario e a sane abitudini alimentari.